Il ministro Saccomanni a caccia della copertura Imu

Pubblicato il 2 Settembre 2013 alle 19:05 Autore: Redazione
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Gli italiani orfani (senza rimpianto) dell’Imu sulla prima casa esultano, un po’ meno il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. In queste ore, infatti, il responsabile del dicastero di via XX Settembre è impegnato a tagliare alcune voci di spesa, cosa che permetterà all’Erario di coprire l’ammanco delle entrate derivanti dalla cancellazione della tassa simbolo del governo Monti.

Si presentano due soluzioni possibili al vaglio del Mef: tagli lineari ai ministeri e accelerazione sul fronte spending review. Il risparmio dovrebbe aggirarsi intorno ai 975 milioni.

Il Sole 24 Ore parla di tagli ai consumi intermedi (le spese di funzionamento: affitto degli immobili, cancelleria, assistenza informatica, logistica ecc.) e agli investimenti fissi lordi di 11 ministeri per il valore di 300 milioni di euro.

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I rimanenti 675 potrebbero essere sottratti agli investimenti inseriti nei provvedimenti (finanziarie, dl e leggi) approvati nelle legislature precedenti: su quest’ultimo punto, sono da segnalare il taglio di 300 milioni ai fondi per l’ammodernamento della rete ferroviaria (Finanziaria 2006) e quello di 20 milioni del finanziamento all’Anas, la società che gestisce le autostrade.

Queste, nel dettaglio, le cifre “sottratte” ai ministeri: Sviluppo economico (13 milioni di euro), Affari esteri (5 mln), Interno (2,26 mln), Ambiente (4,15 mln), Infrastrutture e Trasporti (45 mln), Agricoltura e foreste (1,57 mln), Salute (364 mila euro) e Difesa (1,8 mln).

Proprio il comparto Difesa – e, di conseguenza, i ministeri “fratelli” dell’Interno e della Giustizia – sarà il più colpito dalla scure di Saccomanni in termini di risorse umane: i dicasteri di Mario Mauro e di Angelino Alfano dovranno fare i conti con 55 milioni di tagli per le nuove assunzioni nelle Forze dell’Ordine previste dalla manovra 2008, più altri 20 milioni che bloccheranno l’entrata in servizio di nuove reclute nelle Fiamme Gialle, anch’esse previste in relazione all’aumento della lotta all’evasione fiscale.

Il settore giustizia certamente non se la passa meglio: il ministro Cancellieri non potrà garantire la presenza di tribunali nelle piccole province del Paese, come promesso di recente.

Ma l’Imu non è la sola voce di spesa che dovrà al più presto trovare una copertura duratura ed efficace, che soddisfi soprattutto Bruxelles. Stamattina, in un’intervista a Radio 24, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta (Pd) ha lanciato l’allarme d’inizio settembre: “Non si può evitare di aumentare l’Iva per sempre”, smentendo in questo modo il collega di governo Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Inoltre Baretta ha incalzato: “Esiste un pacchetto importante di misure che hanno bisogno di copertura che non si può affrontare sfogliando i pezzi uno alla volta. Il Governo può durare ma deve fare un chiarimento politico, anche noi al Mef dobbiamo porre con forza la questione delle priorità, perché non si trova un miliardo e mezzo in 20 minuti”.

Da Giulio Tremonti a Vittorio Grilli, l’Italia è sempre stata interessata dai tagli indistinti del legislatore. Ma questa volta le cesoie di Saccomanni potrebbero rovinare i piani delle grandi intese Pd-Pdl.

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