Le cifre della guerra in Siria

Pubblicato il 7 Settembre 2013 alle 11:27 Autore: Annalisa Boccalon

$228 milioni: è il contributo che gli Stati Uniti hanno dato quest’anno all’ACNUR: gli USA sono il principale donor internazionale, avendo donato $1 miliardo dall’inizio del conflitto. A seguire il Kuwait, con $112 milioni e, molto più distante, l’Unione Europea, con $ 50 milioni. La Russia e la Cina, così ostili ad un intervento militare e così pro-Assad (soprattutto nel caso russo), hanno donato rispettivamente $10 milioni e $1 milione.

David Cameron ha annunciato durante il G20 a S. Pietroburgo l’erogazione di ulteriori $81 milioni da parte del Regno Unito, che si aggiungono ai $240 milioni donati dall’inizio del conflitto. Cameron ha fatto appello agli altri leader mondiali al fine di incrementare le donazioni alle agenzie ONU che lavorano sull’emergenza umanitaria in Siria “Ogni 15 secondi un siriano diventa rifugiato: mostriamo che la nostra risposta non è solo militare”, ha affermato il Premier britannico.

204: secondo Human Rights Watch, è il numero di bombe a grappolo utilizzate dall’esercito siriano dal luglio 2012 al giugno 2013, in almeno 152 diverse località della Siria, anche se il numero effettivo potrebbe essere maggiore. Si tratta di armi vietate dal diritto internazionale, con la Convenzione ONU sulle bombe a grappolo, entrata in vigore il 1° agosto 2010. Oltre alle armi chimiche, sono state utilizzate altri tipi di armi vietati dal diritto internazionale, come le bombe incendiarie, che, come testimoniato da HRW e da altre fonti giornalistiche internazionali, tra cui la BBC, hanno avuto spesso come obiettivo scuole e altri obiettivi non militari. L’ultimo attacco documentato risale al 26 agosto, in una scuola nel nord della Siria, che ha provocato 10 morti e varie decine di feriti.

110 371: è il numero dei morti della guerra, dal marzo 2011 al 1 settembre 2013, secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Di questi, 40 mila sono civili, e comprendono 4 mila donne e più di 5 800 bambini. Almeno 21 800 sono i morti tra i ribelli e quasi 46 mila tra i sostenitori di Assad.