Australia, vince il liberale Abbott

Pubblicato il 7 Settembre 2013 alle 18:04 Autore: Redazione

Cambio di fronte della politica dell’Australia: i conservatori di Tony Abbott hanno vinto infatti le elezioni raggiungendo 81 seggi, cinque più del numero che occorre per avere la maggioranza. I laburisti sono molto più lontani e devono accontentarsi di 52 seggi.

Già un quarto d’ora dopo che i risultati erano stati resi noti, il primo ministro uscente Kevin Rudd ha ammesso la sconfitta.

Rudd però ha dimostrato di non avere perso sportività e senso dell’umorismo quando i suoi sostenitori, riuniti nella sede del partito laburista, gli hanno tributato l’onore degli applausi: «Cavolo, pensavo che avessimo perso» ha scherzato. Certamente più serio dev’essere stato il colloquio telefonico con il suo antagonista Abbott, durante il quale gli ha riconosciuto la vittoria.

tony abbott 2

Tony Abbott

L’esito elettorale in Australia, tuttavia, non è arrivato come una sorpresa per elettori e analisti politici: nelle ultime settimane, infatti, era stato ampiamente previsto il successo della coalizione dei liberali e del National Party.

Questo benché Abbott non sia affatto una figura nuova (ha fatto per undici anni il ministro nei governi di John Howard e nel 2009 è passato alla guida dei liberali) e, soprattutto, fino a poco tempo fa fosse poco amato, perché ritenuto piuttosto “estraneo” agli abitanti dell’Australia: egli infatti è cattolico, nato a Londra, si è formato a Oxford, è cattolico e ha sfoderato toni aggressivi cui gli elettori australiani non sembrano particolarmente abituati.

I laburisti invece sarebbero stati vittime delle loro liti interne, punite dal voto popolare: in particolare non sarebbe stata apprezzata la diatriba tra il primo ministro uscente Rudd e colei che l’aveva preceduto, Julia Gillard. I due si erano sfiduciati a vicenda all’interno del partito, provocando il loro avvicendamento sulla poltrona da primo ministro. Per molti politici e commentatori, l’avventura politica di entrambi è davvero finita e ora toccherebbe a nuove generazioni occupare il loro posto.

Gabriele Maestri

L'autore: Redazione

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