Il Papa risponde a Repubblica: “Dialogo anche con chi non crede”

Pubblicato il 11 Settembre 2013 alle 17:21 Autore: Alessandro Genovesi

Il Pontefice passa poi ad analizzare la lettera del 7 agosto. E subito dà un’indicazione importante nel rapporto che può intercorrere tra Dio e un non credente: “Premesso che la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito, la questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire”.

Altro tema posto da Scalfari è se la verità di chi ha fede sia assoluta o se esistano invece più verità relative. Qui il Papa prova a fare un po’ di chiarezza: “Per cominciare, io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità “assoluta”, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant’è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, ecc. Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita”.

Eugenio Scalfari, fondatore di "Repubblica"

Eugenio Scalfari, fondatore di “Repubblica”

Si affronta, infine, la questione più filosofica e, forse, più paradossale: il fondatore di Repubblica chiede se, con la scomparsa dell’uomo sulla terra, scomparirà anche il pensiero capace di pensare Dio. E quindi se, morto l’uomo, morrà anche Dio.

A tal proposito Francesco replica: “La grandezza dell’uomo sta nel poter pensare Dio. E cioè nel poter vivere un rapporto consapevole e responsabile con Lui. Ma il rapporto è tra due realtà. Dio non è un’idea, sia pure altissima, frutto del pensiero dell’uomo. Dio è realtà con la “R” maiuscola. Gesù ce lo rivela – e vive il rapporto con Lui – come un Padre di bontà e misericordia infinita. Dio non dipende, dunque, dal nostro pensiero. Del resto, anche quando venisse a finire la vita dell’uomo sulla terra , l’uomo non terminerà di esistere e, in un modo che non sappiamo, anche l’universo creato con lui”.

Non contento di aver destato stupore e ammirazione per il solo fatto di aver risposto ad un quotidiano mettendosi, Bergoglio, visitando ieri pomeriggio il Centro Astalli per rifugiati a Roma,  lancia un’altra proposta che farà discutere: “I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi per guadagnare soldi – queste le sue parole – anche perché questi conventi non sono nostri ma sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”.Secondo il Papa, quindi, i conventi non utilizzati per funzioni religiose andrebbero utilizzati per ospitare i rifugiati, nella piena osservanza del messaggio evangelico.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
Tutti gli articoli di Alessandro Genovesi →