Sardegna, il 25 e 26 ottobre si torna alle urne in 160 Comuni

Pubblicato il 3 Ottobre 2020 alle 21:58 Autore: Andrea Noli

Dopo il voto per il referendum, i sardi tornano alle urne per decidere 160 nuovi sindaci. Che aspetto avrà la Sardegna dopo il 26 ottobre? Proviamo a capire meglio dove e chi vota. Innanzitutto diamo uno sguardo generale alla situazione, con l’aiuto di un’infografica.

Panoramica generale

Come detto nell’introduzione, sono 160 i Comuni sardi che andranno al voto il 25 e 26 ottobre. Tra i candidati uscenti, il partito più rappresentato è quello delle liste civiche. Come si può immaginare in una regione con una bassissima densità di popolazione, sono le piccole liste comunali a farla da padrone. Le uniche eccezioni sono

  • Quartu Sant’Elena, dove il sindaco Stefano Delunas è stato eletto con il PD ma poi cacciato dallo stesso partito
  • Porto Torres con Sean Christian Wheeler del Movimento 5 Stelle
    Nuoro con Andrea Soddu eletto da indipendente in quota centro-sinistra e sostenuto da cinque liste civiche e dal Partito Sardo d’Azione (che esprime anche il presidente della Regione ma in un’alleanza di destra con la Lega)
  • Sestu con Maria Paola Secci sostenuta da Forza Italia

I Comuni senza un sindaco

Oltre ai primi cittadini uscenti ci sono anche le poltrone da sindaco attualmente vacanti o assegnate in reggenza. Otto Comuni sono attualmente senza prima cittadino: due per scadenza naturale del mandato e 6 per cause diverse da questa. Nei primi due, Tempio Pausania e Siamaggiore, il sindaco è diventato assessore regionale. Nel primo caso, Andrea Biancareddu è diventato assessore alla Cultura ma non si è dimesso, finendo poi per decadere. A Siamaggiore, la sindaca Anita Pili si è dimessa dopo aver ricevuto l’incarico all’Industria.

Gli altri sei Comuni presentano situazioni più varie:

  • Il sindaco di Maracalagonis, Mario Fadda, è deceduto l’anno scorso a 64 anni
  • Ortacesus è rimasto senza guida dopo l’arresto per turbativa d’asta, peculato e falso ideologico di Fabrizio Mereu
  • Ad Austis, paese quasi letteralmente al centro geografico della Regione, per cinque volte consecutive nessuna lista si è presentata alle elezioni. Il Comune è attualmente guidato dal commissario regionale Alessandro Alciator. Tuttavia, quest’anno gli austesi avranno finalmente un candidato da votare, nella figura di Benedetto Pitzeri.
  • Musei è senza sindaco dopo le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali. Valledoria si trova sulla stessa barca.
  • A Lodé il sindaco Graziano Spanu ha presentato le dimissioni nel giugno 2019 e da allora il Comune è nelle mani di un commissario

Grafico a cura dell’autore

Qualche numero interessante

Dei 152 Comuni con un sindaco uscente, 77 vedono il primo cittadino ricandidarsi. 71 avranno un nuovo sindaco e quattro (Belvì, Sorgono, Talana e Seneghe) non hanno candidati e verranno commissariati.

Complessivamente ci saranno 290 candidati per 156 poltrone da sindaco, con una media di circa 1,85 candidati per Comune. Considerando l’alto numero di paesi “mono-candidato”, i sostanzialmente due candidati a testa possono essere considerati un successo per la politica sarda. I Comuni con la battaglia più aperta sono Sestu e Nuoro con sei e sette candidati rispettivamente.

Passiamo ora ad analizzare i Comuni più popolosi.

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Quartu Sant’Elena

Con sei candidati è il secondo Comune con più sfidanti. Il sindaco Delunas dopo essere stato cacciato dal PD non si ripresenta e il suo vecchio partito sostiene invece Francesco Piludu. La sua coalizione presenta 96 candidati consigliere con ben 37 nati dopo il 1980. Piludu è attualmente consigliere comunale del PD e coordinatore ANCI Giovani Sardegna.

Guida invece una coalizione civica, l’ex sindaco Graziano Milia. Per lui un passato da sindaco dal 1993 al 2001 e la volontà di essere un’alternativa alle forze di centro-destra e centro-sinistra.

Il centro-destra punta su Christian Stevelli, sostenuto in blocco da tutte le forze politiche dello schieramento a Quartu (PSd’Az, Lega, Forza Italia, Udc-Podeus-Uds, Fratelli d’Italia, Sardegna Forte, Riformatori Sardi, Sardegna Venti20, Noi per Quartu).

Gli altri tre candidati sono Guido Sbandi per il Movimento 5 Stelle, Francesco Pandolfi per Quartu da salvare e Alberto Grimaldi con la lista “Grimaldi per Quartu”.

Nuoro

Nell’unico capoluogo di provincia al voto si presentano sei candidati. Tra questi il sindaco uscente Andrea Soddu per il centro-sinistra che nella precedente tornata aveva anche il supporto del Partito Sardo d’Azione. Quest’ultimo dopo l’alleanza con la Lega si è spostato a destra e ora nel capoluogo propone Pietro Sanna. A Sanna fanno riferimento anche Lega e Fratelli d’Italia.

In lizza anche Francesco Guccini sostenuto da quattro liste civiche, l’ex sindacalista CGIL Lisetta Bidono con tre liste, il medico Alessandro Murgia per i 5 Stelle e Carlo Prevosto per il PD.

Sestu

Nell’altro centro dell’hinterland cagliaritano, la sindaca uscente Maria Paola Secci proverà a tenere per il centro-destra la carica di primo cittadino. A sfidarlo due candidati di area centro-sinistra. Valentina Meloni del PD più tre liste civiche e l’ex sindaco Aldo Pili con due.

Porto Torres

Dopo l’esperienza dello statunitense Sean William Wheeler, il Comune si trova con quattro nuovi candidati. Il Movimento 5 Stelle proverà a bissare il successo di Wheeler candidando il vicesindaco Sebastiano Sassu.

Il centro-destra propone l’ingegnere sardista Alessandro Pantaleo, sostenuto dalle liste Cambiamo Porto Torres, Psd’Az, Civica popolare, Lega e Fratelli d’Italia-Forza Italia.

I Riformatori propongono Franco Satta sostenuto da Fortza Paris, Progressisti, Partito dei Sardi e la lista civica Franco Satta sindaco.

Massimo Mulas rappresenterà il centro-sinistra, con l’appoggio di PD, Progetto Turritano e Italia in Comune.

Come funzionano le elezioni?

Domenica 25 ottobre si voterà dalle ore 7 alle ore 23 mentre lunedì 26 si vota dalle 7 alle 15. L’elezione del sindaco varia in base al numero di abitanti del Comune. La principale differenza si ha nel voto disgiunto nei Comuni sopra i 15000 abitanti. In questo caso Quartu, Nuoro, Porto Torres e Sestu. Questo significa che è possibile votare per un candidato sindaco e contemporaneamente anche per una lista che non lo sostiene.

Elezione del sindaco nei Comuni con oltre 15000 abitanti

In questi quattro Comuni il sindaco sarà la persona che avrà ottenuto il 50% più uno dei voti. In assenza di questo, i due candidati più votati si affronteranno al ballottaggio l’8 e il 9 novembre. Gli elettori potranno votare per un candidato sindaco, per la lista che lo sostiene o indicare la preferenza per entrambi. In questi Comuni è anche previsto il voto per due consiglieri e, come detto, il voto disgiunto. In caso di voto per i consiglieri, è necessario che essi siano di sesso opposto.

La/e lista/a che sostiene il candidato sindaco vincitore otterrà un minimo di tre quinti dei seggi.

Elezione del sindaco nei Comuni fino a 15000 abitanti

Per i Comuni fino ai 15000 abitanti si vota con un maggioritario secco e il ballottaggio è previsto solo in caso di parità assoluta tra due candidati. La lista vincitrice ottiene due terzi dei seggi. Anche qui in caso si esprima la preferenza per due candidati consiglieri, si devono indicare due persone di sesso diverso. In caso di errore, il secondo nome non viene conteggiato (esempio: Mario Rossi e Sara Verdi ok; Mario Rossi e Giuseppe Garibaldi dà il voto solo al primo).

In caso di voto solo per un candidato consigliere, il voto risulta valere anche per la lista a cui appartiene il consigliere e il candidato sindaco collegato a quella lista. Se si indica la preferenza solo per il candidato sindaco, il voto vale anche per la lista. Questo perché non è previsto il voto disgiunto.

Le preoccupazioni dell’ANCI Sardegna

Il presidente dell’ANCI Sardegna, Emiliano Deiana, ha espresso preoccupazione sul voto di questa settimana. In una nota inviata all’ufficio elettorale della RAS, Deiana ha segnalato la difficoltà a garantire il voto delle persone attualmente in isolamento domiciliare. Questi elettori superano i 2600 e in casi di unica lista candidata, potrebbero creare problemi nel raggiungere il quorum. Tutto questo porterebbe ad un’alterazione del voto democratico, specie nei paesi più piccoli dove le elezioni sono decise da una manciata di voti.

Conclusioni

Ciò che si nota analizzando questa tornata elettorale è la solita poca compattezza nel fronte del centro-sinistra. In molti Comuni non riesce a formare uno schieramento unito e propone più candidati andando così a regalare voti alle altre liste e a sottrarli alle proprie. Al contrario, il centrodestra quasi sempre fa fronte comune e presenta un candidato sostenuto da tutti i partiti dello schieramento.

Buone elezioni a tutti!

L'autore: Andrea Noli

Analista aziendale, scrivo articoli da oltre quattro anni oscillando tra Economia e politica.
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