Facebook e Instagram: manuale per l’uso (sbagliato)

Pubblicato il 5 Ottobre 2013 alle 11:03 Autore: L Undici

Facebook è la più grande causa mondiale della sindrome da ingobbimento da smartphone. Colpisce una persona su tre, in qualunque angolo del globo.

Basta essere dotati di un cellulare collegabile ad internet. Ad essere colpiti sono tutti, senza distinzione di età. Cambia solo la frequenza degli attacchi.

Sia chiaro, io uso Facebook quotidianamente. Per studio, “lavoro”, diletto. Per tutto. Ma solo in casa, mai fuori (e come potrei? Il mio cellulare è un Samsung da 30 euro).

E logicamente, anche se avessi uno smartphone con Facebook, perché dovrei portarmelo in giro, quando sono con gli amici? Per studio? Cosa faccio, studio mentre sono al ristorante? Per lavoro? Idem, lavoro mentre sono al bar? Per diletto? E perché, non sono uscito proprio per divertirmi?

«Per condividere, stupido». Questa è la risposta che penserebbe chiunque ma non direbbe mai ad alta voce. Ma condividere cosa? Dove? Quando? Con chi? Una volta lo slogan nella home page di Facebook era tipo “Condividi la tua vita” o qualcosa del genere. Ora è ancora più agghiacciante, come direbbe Conte: “Stai uscendo? Rimani su Facebook!” Ma perché? Ma perché? PERCHÉ uno deve rimanere su Facebook se sta uscendo!?

«Te l’ho già detto! Per condividere, stupido». Va bene, anche io condivido qualcosa. Condivido i miei articoli, le mie canzoni preferite, i fatti di cronaca e/o politica che più mi colpiscono, le foto dei miei concerti, le foto dove vengo più figo eccetera eccetera. Le solite cose. Solite? No! Perché ci sono un sacco di “solite cose” che la gente condivide ma che io, tanto per cambiare, non capisco. Ed ora, ne elencherò alcune.

Esempio di foto "social"

Esempio di foto “social”

Le foto dei cibi

Questo lo tollero solo per chi cucina per professione o interesse. Sei un cuoco e vuoi farti conoscere? Ottimo. Sei un appassionato e vuoi che la ragazza a cui fai il filo sappia che cucini da Dio per avere una possibilità in più con lei? Ci può stare. Sei al ristorante e la pizza che hai ordinato è incredibilmente farcita? O bella? O a forma di cuore? Bene, cosa dovrebbe significare? Una pubblicità per quella pizzeria? Una cosa che non ti era mai successa? Sei talmente felice che vuoi condividere la tua felicità con tutti? Diamine, è solo una pizza. Metti via il telefono e mangiala, che si fredda.

Le foto in discoteca e/o feste e/o in bagno

Sono fermamente convinto che chi passi il tempo a farsi le foto in discoteca o alle feste o in bagno non si stia divertendo per niente, altrimenti non passerebbe il tempo a farsi le foto in discoteca o alle feste o in bagno. Ma magari a, che ne so, ballare.

Le foto ai figli

Non lo sono, ma posso solo immaginare la felicità che può provare una persona quando diventa genitore. E posso anche capire il fatto che non veda l’ora che altre persone vedano il suo bellissimo pargolo. Immagino parenti, amici e conoscenti. E BASTA. Quindi, quando in bacheca mi ritrovo la foto di un bellissimo pargoletto in fasce, o che gioca a pallone, o che ride inseguendo una farfalla, mi scappa un sorriso, è vero. Ma nello stesso momento prego che queste persone non abbiamo il profilo pubblico, e che le loro impostazioni di Facebook siano ben settate sulla privacy, perché rabbrividisco al pensiero di chi potrebbe vedere quelle foto. E salvarsele.

Le foto delle gambe al mare

Ok siete al mare, ok siete in vacanza. Ok la spiaggia è bellissima. Ma siete davvero sicuri che alla gente interessi vedere uno straccio di mare coperto dai vostri peli o cellulite? Chiedetevelo.

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L'autore: L Undici

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