Quell’aiuto non richiesto per i lavoratori

Pubblicato il 28 Ottobre 2011 alle 08:30 Autore: Gianni Balduzzi

Per questo rendere o obbligatorio per legge o di fatto (attraverso una convenienza economica) il contratto a tempo indeterminato per queste figure professionali a bassa specializzazione determinerebbe solo un aumento del lavoro nero o financo della disoccupazione perchè è chiaro che lo studio o la piccola azienda riterrà possibile fare il lavoro di 6 persone in 5 pur di non “sposare” una persona.
In realtà il problema non risiede nel mercato del lavoro in sè, ma nella scarsa presenza di lavori ad alta specializzazione, i cui addetti possono maggiormente ambire a un contratto a tempo indeterminato perchè più indispensabili. Si tratta di una circostanza tragica, anche i pochi laureati (rispetto al resto d’Europa) in Italia vi è un problema di collocazione ed occupazione degli stessi. E’ però un problema in gran parte di mentalità imprenditoriale, di mentalità di quegli imprenditori, spesso non istruiti, spesso al loro posto solo per successione familiare e non merito, che pensano che “piccolo è bello”, non vogliono fondersi con altre aziende, perdendo così la loro fettina di potere e non hanno in questo modo la forza e i fondi di fare ricerca e cercare mercati lontani, se anche ne avessero voglia. E purtroppo la mentalità non si cambia per decreto.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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