Africa nuova frontiera del terrorismo

Pubblicato il 15 Ottobre 2013 alle 21:28 Autore: Raffaele Masto

Africa: nuova frontiera del terrorismo

E’ l’Africa il nuovo teatro mondiale della guerra al terrorismo internazionale. Gli Stati Uniti lo hanno ormai compreso da tempo e nel continente hanno dispiegato le loro forze migliori. Pochi giorni fa, nell’arco di meno di quarantotto ore, hanno compiuto due operazioni in territorio africano, una in Libia e una in Somalia.

Fonti del dipartimento di stato assicurano che in entrambi i casi le autorità locali erano state avvisate e avevano dato il loro consenso. Ma è un fatto che ormai il territorio africano, in particolare quello sub sahariano, è diventato (che i leader locali lo vogliano o meno) il teatro di scontro di un conflitto che è estraneo alle popolazioni del continente. Le due operazioni compiute sono inquietanti. Non tanto per i personaggi che intendevano colpire, ma per il dispiegamento di forze e per il fatto stesso che siano state compiute.

La prima in Libia contro Anas Al Liby, considerato la mente degli attacchi del 1998 alle ambasciate americane in Kenya e in Tanzania.

La seconda sulle coste somale, in una località 180 chilometri a Sud di Mogadiscio. Obiettivo del blitz, condotto con forze aeree e navali, era un importante leader delle milizie islamiche Al Shebab. Pare che i Navy Seal americani siano intervenuti con elicotteri e navi da guerra piazzate sulla costa dopo avere individuato una postazione degli Shebab che, nonostante la sconfitta in Somalia, resisteva in un tratto di territorio desertico.

Questi interventi e il recente attacco terroristico al WestGate di Nairobi, fanno proprio pensare che Stati Uniti e Occidente da una parte, e forze del terrorismo e i loro finanziatori dall’altra abbiano di comune e tacito accordo scelto di confrontarsi in Africa. I motivi ci sono tutti, politici ed economici.

Considerata la crescita economica formidabile di alcuni paesi, nel continente africano passeranno ingenti somme di denaro. Diverse nazioni offrono già oggi ottime possibilità di investimenti.

Nel prossimo futuro le ricchezze africane (greggio, materie prime strategiche, uranio) saranno determinanti per la crescita economica mondiale, soprattutto di quelle potenze definite emergenti che già contendono all’Europa e al Nord America ruolo e capacità di influenza nel mondo.

La domanda è se l’Africa in tutto questo avrà un ruolo. Se saprà ritagliarsi una parte, un ruolo e avere dei propri obiettivi strategici.

Se non sarà così, il rischio è che l’Africa (o, meglio, gli africani) siano esautorati, ancora una volta, del loro futuro, schiacciati come sono da un interventismo militare occidentale (vedi Francia, Stati Uniti), dalla aggressività economica di nuove potenze emergenti (Cina, India, Malesia, etc), da un terrorismo islamico che, evidentemente, può contare su forti risorse finanziarie (Boko Haram, Shebab, Al Qaeda) e da élite interne al potere corrotte e onnivore (sostenute spesso dall’esterno) che precludono ogni spazio alla società civile.

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
Tutti gli articoli di Raffaele Masto →