Scelta civica, le condizioni per non spaccarsi

Pubblicato il 22 Ottobre 2013 alle 13:12 Autore: Gabriele Maestri

Scelta civica, le condizioni per non spaccarsi

In Scelta civica parte la resa dei conti: oggi si riunisce la direzione, domani l’assemblea degli eletti e si capirà quale dovrà essere il destino della formazione fondata e non più guidata da Mario Monti. In particolare, si vedrà se la componente “popolare” rimarrà all’interno del partito nato da poco oppure se la convivenza con l’anima libdem sarà ormai impossibile.

Ieri sera il gruppo di Scelta civica che si riconosce vicino al ministro Mario Mauro – si tratterebbe di una quindicina di parlamentari, compreso Andrea Olivero e senza Lorenzo Dellai, ex Margherita e Api – si è riunito e ha individuato tre condizioni per continuare il cammino politico in comune: puntare comunque al Partito popolare europeo, nessuna”scomunica” a Mauro e nessuna chiusura verso l’Udc. Una posizione che sembra del tutto antitetica a quella che ieri il capogruppo di Sc al Senato Gianluca Susta ha espresso in un’intervista a Termometro Politico.

mario mauro ministro difesa

Nessuno vuole cacciare nessuno (dare quell’impressione non farebbe bene), ma certamente l’atmosfera nel partito è tesa: i “montiani” sentono di essere maggioranza, ma l’unico ministro dichiaratamente legato a Scelta civica è proprio Mauro, dunque ogni gesto e dichiarazione viene soppesata e guardata con attenzione.

A rendere più intricata la questione ci si mette anche uno scambio di battute a distanza tra Andrea Olivero e Monti: secondo il primo – intervistato dal Corriere – “Monti ha visto diverse volte Berlusconi in privato, negli ultimi mesi, anche per parlare di un eventuale appoggio del Pdl per succedere a Van Rompuy”. Questa mattina è arrivata la precisazione dell’ufficio stampa del senatore a vita, che suona come una smentita nemmeno troppo cordiale: “Mario Monti non incontra Silvio Berlusconi in privato da luglio 2004, a Macherio, quando l’allora presidente del Consiglio gli propose di entrare nel governo come ministro dell’Economia in sostituzione del dimissionario Tremonti”.

mario monti

Monti, mentre era presidente del Consiglio, ha effettivamente ricevuto più volte Berlusconi (“così come altri leader politici”). L’ultimo incontro di quel tipo, in particolare, risalirebbe ad aprile: “Fu alla presenza dei vertici di Pdl e Scelta Civica, tra i quali Andrea Olivero, per le consultazioni sull’elezione del Capo dello Stato. In quella occasione (e solo in questo è esatta la ‘rivelazione’ di Olivero) Berlusconi ricordò l’idea che aveva quando, sei mesi prima, propose al senatore Monti la leadership dei moderati, che Monti non accettò, e cioè di appoggiare una eventuale candidatura di Monti alla presidenza del Consiglio Ue”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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