Quell’inferno chiamato Camp Nou. Milan, sempre peggio

Pubblicato il 7 Novembre 2013 alle 14:44 Autore: Stefano Merlino

Il Milan esce dal Camp Nou con le ossa rotta e con la consapevolezza di essere una squadra affetta da una grave malattia. I rossoneri di un instabile Allegri tornano in Patria con una meritatissima sconfitta inflitta dal concreto Barcellona del tecnico Martino. I blaugrana non sono più quei divertenti giocolieri che per anni hanno incantato gli stadi di tutto il Mondo, ma continuano pur sempre a vincere. E chi se ne frega delle polemiche di una viziata stampa spagnola che critica il gioco di Messi e soci: d’altronde c’è chi sta peggio, come il Milan. In via Turati è giunta l’ora di riflettere sul futuro, ed in fretta, dopo le forti dichiarazioni di Barbara Berlusconi, arrabbiatissima per come stanno andando le cose. Come darle torto..

La partita è stata interamente dominata dal Barcellona, che pur non deliziando i presenti in una della cattedrali più belle del calcio mondiale, non ha fatto quasi mai toccare il pallone agli uomini di Allegri: spaventoso il dato del possesso palla, 58 % per gli extraterrestri di Martino. Solo 4 tiri in porta per il Milan, contro i 18 dei blaugrana, forse troppo spreconi davanti ad un buon Abbiati, che in più di un’occasione ha salvato la porta rossonera con provvidenziali interventi. E il punteggio finale, poteva essere molto più severo.

Disastro spagnolo. Il tecnico livornese schiera Kakà e Robinho dall’inizio, e, tra lo stupore generale, lascia Balotelli in panchina: “All’Inter e al City era una riserva” dichiarerà a fine partita, piuttosto seccato, a causa dell’insistenza di una stampa più attenta a Super Mario che ai veri problemi rossoneri. L’attaccante della Nazionale, però, dovrà cambiare qualcosa se non vuole rivivere l’esperienza da panchinaro di lusso. Ininfluente, sarà infatti la sua presenza in campo.

Il trio di extraterrestri

Il trio di extraterrestri

Il Barça dei primi minuti tiene palla in modo piuttosto noioso, senza giocate spettacolari, costringendo il Milan a rinchiudersi in difesa e a non vedere la metacampo avversaria: Kakà e Robinho non si vedono. Al 29’ inizia lo show spagnolo: Abate atterra in area Neymar, è calcio di rigore. Le immagini evidenziano tutti i dubbi per un tiro dal dischetto piuttosto generoso, che Messi trasforma. Per vedere il primo tiro in porta della banda di Allegri bisogna aspettare ben 35’, quando Montolivo fa partire un bel destro a giro che sfiora il palo.

Il raddoppio arriva al 39’, quando su calcio di punizione di Xavi, Busquets, in sospetta posizione di fuorigioco colpisce di testa e porta i suoi sul 2 a 0. Un’altra pericolosa amnesia difensiva.

Allo scadere della prima frazione di gioco, la sorpresa: Kakà in area, la mette in mezzo ma trova i piedi di Piquè, che spiazza Valdes. Improvvisamente il Milan accorcia le distanze, grazie all’orgoglio del brasiliano tornato in rossonero per rilanciarsi.

Non basta l'orgoglio di Kakà

Non basta l’orgoglio di Kakà

Il secondo tempo inizia con la novità Balotelli, che Allegri decide di far entrare in campo dopo aver visto un reparto offensivo praticamente fermo. Ed è proprio il numero 45 rossonero a presentarsi 4’ dopo davanti a Valdes, ma il portiere spagnolo blocca senza problemi. Passano nemmeno 10’ e Leo Messi sale in cattedra, anche grazie a due fortissimi compagni di reparto. Al 74’ azione da applausi: veloce scambio Neymar-Messi-Sanchez, con quest’ultimo che scarica su Abbiati, ma il portiere rossonero salva miracolosamente. Sempre Messi, al 82’: scambio veloce con Fabregas, il Pallone d’Oro entra in area e con un pallonetto trafigge Abbiati. E’ 3 a 1, partita chiusa.

Il discorso qualificazione per il Milan non si complica con questa sconfitta: basta una vittoria sul Celtic per accedere agli ottavi. Gli scozzesi non sono certo un avversario impossibile, ma bisognerà lavorare duramente. Verona rischia di essere fatale per Allegri. Un’eventuale sconfitta contro il Chievo a questo punto porterebbe all’esonero del tecnico livornese, che, forse, si sente troppo sicuro di restare in rossonero fino al termine della stagione.

Galliani e Barbara Berlusconi al Camp Nou

Galliani e Barbara Berlusconi al Camp Nou

Per il dopo Allegri, molto calda la pista che porta a Tassotti che verrebbe promosso, finalmente, alla guida della Prima Squadra. E poi c’è la questione Galliani da chiarire: allo storico amministratore delegato rossonero non sono andate giù le parole di Barbara Berlusconi, la figlia del Cavaliere, che l’ha accusato di aver speso male in questi ultimi anni. Gli arrivi, effettivamente, sono stati pochi e, finora, non all’altezza del Milan. 

 

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
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