La vicenda Irisbus Iveco – parte 2

Pubblicato il 19 Novembre 2011 alle 09:11 Autore: Nadia Ruggiero
irisbus

Dario sa che nei giorni di lotta si è guadagnato la stima dei colleghi e che il suo punto di vista ha un peso anche sulle decisioni degli altri. Ne sente pienamente la responsabilità.

Ma sa anche che l’esperienza con la Fiat è giunta al capolinea.

Ripercorre mentalmente le tappe della lotta, quasi a cercarne un senso. “Abbiamo formato, allattato una classe sindacale nuova, gente arrugginita”, dice. Poi ricorda gli incontri svolti per sensibilizzare la gente, il silenzio religioso col quale sono state accolte le sue parole nella Chiesa di Montefalcione, i volti assorti degli spettatori, la sua emozione nel trovare un pubblico così attento all’istanza che presentava.

Parla della moglie e dei figli, specchio di altrettante famiglie, inevitabilmente coinvolti e ciononostante discretamente presenti in una cesura così importante per la sua vita, la vita di un lavoratore investito dal compito di rappresentarne tanti altri. Quasi a tenere a mente a se stesso, dopo settimane completamente assorbite dalla protesta, che c’è qualcosa che va oltre l’identità lavorativa.

“Gli eroi sono tutti giovani e belli”, dice Dario, citando un pezzo di Guccini. L’RSU della Fiom pensa al finale della partita truccata e non si riconosce nel ruolo di eroe.

Forse è vero, in un mondo ideale questa storia avrebbe avuto un epilogo diverso.

Nella vita reale è eroico semplicemente combattere per ciò in cui si crede.

 

 


 

 

L'autore: Nadia Ruggiero

Di origini campane, si è specializzata in Mass Media e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e ha conseguito il master Social Media Marketing & Digital Communication alla IULM di Milano. Giornalista pubblicista iscritta all'Albo, per la testata online Termometro Politico ha inaugurato le rubriche culturali e contribuito alla redazione di numerosi articoli. Come addetta stampa ha curato una campagna di comunicazione per il lancio di un progetto musicale basato sul crowdfunding. Vive e lavora a Bologna.
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