Emblematici accordi (mancati) sul clima. E l’Africa ?

Pubblicato il 4 Dicembre 2013 alle 09:53 Autore: Raffaele Masto

Emblematici accordi (mancati) sul clima. E l’Africa ?

Secondo le statistiche preliminari di fine anno, le emissioni globali di biossido di carbonio derivate dall’utilizzo di combustibili fossili raggiungerà un livello record nel 2013, pari a 36 miliardi di tonnellate: A diffondere questi dati è il rapporto del Global Carbon Project, gruppo di esperti che assemblano dati di istituti di ricerca di tutto il mondo, pubblicato dalla rivista Earth Systems Data.

Lo studio, a cura di 49 ricercatori di 10 diversi paesi, mostra il pieno fallimento della comunità internazionale nel controllare i gas a effetto serra a cui è attribuito il riscaldamento globale. La stima per l’anno in corso rappresenta un aumento del 2,1% rispetto al 2012 e del 61% rispetto al 1990, considerato l’anno base per il Protocollo di Kyoto, unico accordo globale che fissa limiti vincolanti ai livelli di emissioni nazionali di CO2 ma coinvolge solo i paesi industrializzati, con l’eccezione emblematica degli Stati Uniti che non l’hanno mai ratificato.

Il significato di questi dati è chiaro. I paesi che hanno ampiamente usato combustibili fossili per il loro sviluppo (Europa e Occidente in genere) sarebbero favorevoli a limitarne il consumo. Ma le potenze emergenti asiatiche, con la Cina in testa, non sono affatto favorevoli. E’ come se dicessero che adesso tocca a loro promuovere sviluppo interno e distribuzione del benessere dopo che per qualche secolo lo hanno fatto l’Europa e l’Occidente.

Così tutti i summit mondiali dopo Kyoto di fatto sono stati un fallimento. Anzi, stando ai dati riportati all’inizio di questo post, saremmo di fronte ad un aumento dell’uso dei combustibili fossili. In Europa non si usano quasi più quindi, evidentemente, le potenze economiche emergenti hanno addirittura incrementato il consumo.

Ciò che accade a livello di accordi sovranazionali sul clima è analogo a ciò che accade per lo sfruttamento di tutte le materie prime di cui l’Africa è uno dei continenti più ricchi. L’avvento in Africa della Cina e delle altre potenze dei cosiddetti BRICS potrebbe essere interpretata allo stesso modo. Per secoli l’Africa è stata un dominio quasi esclusivo dell’Europa (schiavismo, colonialismo, scambio ineguale, etc), semplificando si potrebbe dire che oggi le potenze emergenti sostanzialmente dicono che adesso è il loro turno.

E gli africani? Bella domanda. Qualcuno dice che i cinesi sono più rispettosi degli europei e fanno accordi nei quali si vince da entrambe le parti.Personalmente penso che Cina & Company abbiano un estremo, disperato bisogno di cibo, acqua, energia per popolazioni di miliardi di persone (solo la Cina 1,3 miliardi)che oggi vogliono un benessere tipo occidentale. O i dirigenti sono in gradi di offrirlo o saltano. Penseranno all’Africa e agli africani?

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
Tutti gli articoli di Raffaele Masto →