Sistemi elettorali: ecco come funziona il Voto Singolo Trasferibile

Pubblicato il 16 Dicembre 2011 alle 10:57 Autore: Andrea Corbo

Una delle problematiche di questa operazione risiede però nella componente aleatoria che investe il trasferimento delle schede dei candidati già eletti: infatti (ad eccezione dell’Australia dove i voti vengono idealmente trasferiti sotto forma di frazioni secondo il metodo Gregory ) il calcolo proporzionale tiene conto solo delle preferenze immediatamente successive alla precedente e non di tutte le altre. Quindi, a rigor di logica, è il caso a determinare quali preferenze verranno prese in considerazione negli eventuali successivi conteggi (le schede materialmente da trasferire sono prelevate da una pila rimescolata).

Come appare evidente il sistema a Voto Singolo Trasferibile è concepito per minimizzare il numero di voti “sprecati” e legare maggiormente i candidati ai rispettivi collegi elettorali (come accade nel sistema maggioritario) e, al tempo stesso, a limitare il potere di influenza dei partiti politici nella scelta dei candidati (non esistono collegi “sicuri”).

Con il VST non vince chi ottiene più voti, o almeno non sempre. Con il Voto Singolo Trasferibile vince spesso chi riesce a guadagnarsi la fiducia della maggior parte dell’elettorato anche senza dover essere necessariamente la “prima scelta”. Questo ovviamente produce degli scarti tra il numero di prime preferenze effettivamente espresse per i candidati (se considerate come in un sistema first-past-the-post) e il numero di seggi effettivamente assegnati ai partiti. Nonostante questo è da segnalare che, tradizionalmente, il VST ha prodotto risultati fortemente proporzionali con una leggera sovrappresentazione dei primi due partiti nell’ordine di pochi punti percentuali (ad eccezione dell’Australia dove avviene il contrario per via di un sistema VST diverso).

In conclusione, se è vero che questo sistema sembra essere un suggestivo punto di equilibrio tra maggioritario e proporzionale, è anche vero che presenta numerose criticità per quando concerne la complessità del metodo di voto (in alcuni casi è stato registrato un donkey vote, ovvero il voto in sequenza di tutti i candidati nell’ordine con il quale erano presentati sulla scheda), oggettive difficoltà metodologiche per l’attribuzione dei seggi (di solito il conteggio richiede più giorni) e alcune problematiche per quanto riguarda l’estensione delle circoscrizioni elettorali.

di Andrea Corbo

L'autore: Andrea Corbo

Classe 1984, dal 2005 ha lavorato come Autore e Regista televisivo. È esperto di Marketing non convenzionale e Consulente di Comunicazione politica ed aziendale. Appassionato di fotografia e buona cucina, trascorre il poco tempo liberato nella sua piccola mansarda in campagna. Su Twitter è il @ilcorbo
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