Brasile, annunciati aumenti di salari e tasse per il 2014

Pubblicato il 24 Dicembre 2013 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito
Dilma Roussef brasile reddito minimo

Lunedì il Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha annunciato la promulgazione del decreto che garantirà un aumento di circa il 7% del salario minimo per i lavoratori a partire da gennaio del prossimo anno. L’annuncio è stato dato tramite l’account Twitter della stessa Rousseff, la quale aveva già anticipato durante la scorsa settimana il possibile aumento del livello del salario minimo.

Il decreto prevederà che tale aumento permetta un salario minimo pari a 724 reais, già a partire dal gennaio del 2014. Inizialmente, la proposta prevedeva un aumento del salario minimo a 722,90 reais, ma in seguito i parlamentari brasiliani hanno concordato di fissarlo a 724 reais.

Dilma Roussef

D’altra parte, però, il governo brasiliano ha stabilito un aumento della tassa sugli acquisti di automobili. La tassa aumenterà tra il 2 e il 3% (la percentuale dipenderà dalle dimensioni del veicolo in questione), già a partire del mese di gennaio, e dal mese di luglio aumenterà di nuovo, stavolta tra i 2 e i 4 punti percentuali. Si tratta di una mossa in controtendenza rispetto a quella adottata nel 2012, ovvero una riduzione della stessa tassa per aumentare il numero delle vendite di autovetture.

Inoltre, considerando appunto le vendite a prezzi leggermente più bassi di quest’anno, pareva che il governo prorogasse la riduzione di tale tassa anche per il prossimo anno, soprattutto perché le regole imposte al settore automobilistico faranno probabilmente salire i prezzi.

Al momento, tali regole hanno irritato di recente l’Unione Europea, che ha fatto reclamo al WTO contro la tassazione brasiliana sulle automobili. Il Brasile è stato accusato dall’Unione Europea di favorire i propri produttori e esportatori a svantaggio dell’industria europea, violando così e le regole internazionali sul commercio. Da parte sua, il governo brasiliano ha precisato che la tassazione sulle automobili importate e i programmi di incentivi all’industria sono state in conformità con le norme internazionali, respingendo così le accuse rivolte dall’Unione Europea.