I Parlamentari della Lega: ciarlatani che incitano all’odio razziale

Pubblicato il 20 Dicembre 2011 alle 10:45 Autore: Alessandro Siro Campi
I Parlamentari della Lega: ciarlatani che incitano all’odio razziale

In Parlamento la Lega ha mostrato ancora una volta di essere un partito di ciarlatani imbroglioni:

l’on Munerato, leghista da Lendinara, si è resa oggi protagonista di una sceneggiata “napoletana” durante la votazione per la fiducia alla manovra del governo Monti, spacciandosi per operaia con tanto di bandana e di camice da maestranza di basso rango. L’onorevole padana ha narrato con toni accorati la triste sorte dell’operaio fordista, ormai chiuso in una riserva, ignorato e calpestato dalla politica classista dei tecnici al servizio dei padroni. La signora Munerato, precisava pure di non portare le usuali scarpe antinfortunistiche per ovvie ragioni (forse non voleva rovinare il parquet del parlamento) e i tappi contro il rumore previsti dall 626: “ma noi operaie quando li portiamo è per non diventare sorde e non perché il marito russa”, ci ha tenuto ad aggiungere.
Peccato che la signora in questione non sia affatto un’operaia sfruttata e povera in canna, bensì una commerciante di vini discretamente agiata. Vino padano di scarsa qualità per giunta.
Cari leghisti, lasciate perdere le sceneggiate che sono una cosa seria e appartengono ad una cultura che non siete in grado di comprendere, voi siete solo dei volgari imbroglioni.

Sottoscrivo il commento di Ivan:

L’onorevole Emanuela Munerato durante il dibattito sulla manovra ha deciso di presentarsi in aula vestita da operaia, per ricordare a Monti e al suo governo i sacrifici che i lavoratori dovranno affrontare a causa della manovra. Una lodevole iniziativa. Peccato che l’Onorevole Munerato abbia sempre dimenticato a casa la divisa mentre votava con coerenza militaresca tutti i provvedimenti del governo Berlusconi, quello che in Italia non c’era la crisi, quello dei tagli orizzontali, quello dello scudo fiscale fatto a beneficio dei milionari evasori. E aggiungo anche che con il voto suo e del suo partito ha cancellato la norma voluta dal governo Prodi contro le dimissioni firmate in bianco dalle lavoratrici donne al momento dell’assunzione. Chissà quante operaie sono state licenziate in questo modo mentre in aula l’Onorevole Munerato votava, indossando eleganti tailleur da deputata.

Dobbiamo finirla di considerare questi cialtroni delle macchiette, perché il loro comportamento alimenta l’antipolitica, il disprezzo della democrazia e l’odio razziale:

II figli degli immigrati? «Un bel lanciafiamme, e che si brucino queste merde». Il piano svuota carceri? «Lo facciamo noi con un mitragliatore dal balcone». Napolitano? «Un terrone del cazzo, gli ci vorrebbe un colpo in testa». E’ il gruppo su Facebook ‘Padani si nasce’, a cui aderiscono anche i parlamentari Reguzzoni, Rondini, Fugatti, Mura, Pittoni e Stiffoni

Sulla cittadinanza ai figli degli immigrati ha le idee chiare: «Un bel lanciafiamme, e che si brucino queste merde». Quanto ai loro genitori invece si chiede: «Perché, quando aprono la porta, c’è una puzza strana che fa schifo?».

Opinione condivisa da Remo, un odontotecnico di Mantova: «Sapessi che odoraccio quando vengono da me, sono peggio della capre», mentre Anna Paola prova a rispondere: «Puzzano perché non si lavano dopo che fanno l’amore, per non parlare della loro puzza naturale, che è nauseabonda. Tempo fa ho sentito dire in televisione che il loro sesso ha un odore disgustoso, indelebile, che non va via neanche se lo lavi con un sapone speciale».

Con soluzioni agli sbarchi di “clandestini” che vanno dal «napalm» a «una bella bomba, così saltano in aria», “Padani si nasce” è qualcosa di più di un semplice gruppo leghista di area. O almeno è il solo che possa vantare tra i propri membri tanti nomi eccellenti. Tra gli altri: il presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni; i deputati Marco Rondini e Maurizio Fugatti; i senatori Roberto Mura, Mario Pittoni, Piergiorgio Stiffoni e Michelino Davico; gli assessori della Regione Lombardia Daniele Belotti e Monica Rizzi; l’assessore alle politiche agricole della Regione Veneto Franco Manzato; il vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli; l’europarlamentare Claudio Morganti; il segretario provinciale della Lega Nord di Milano Igor Iezzi, più una sfilza di sindaci e amministratori locali.

Con un trattamento di riguardo per gli immigrati malati di TBC («con loro usiamo la fiamma ossidrica, così non ne rimane nemmeno una cellula»), e per i rom: «Mettiamoli nelle stufe a legna, in modo da farne carburante alternativo».

Perchè «i rom», spiega Luca, bresciano, amorevoli foto dei suoi bambini in bacheca, «ladri, stupratori e assassini nascono, ladri, stupratori e assassini moriranno: personalmente adotterei per loro le stesse politiche usate dal Führer». «Anziché stanziare fondi per l’integrazione dei rom, L’Unione Europa dovrebbe finanziare l’apertura dei forni», rilancia Alessandro, consulente aziendale nel comasco. Mentre Giovanna – quella appassionata di Topolino, Bambi e Winni The Pooh – euforica applaude: «Evvai! Che bello vederli bruciare!».

E poi succedono certe cose:

Due sparatorie nel giro di poche ore fra le bancarelle di due mercati a Firenze: il bilancio è tragico. Due morti e tre feriti colpiti dalla stessa mano, quella di un uomo intorno ai 50 anni che ha dato la caccia ad alcuni cittadini senegalesi e poi si è ucciso al termine di un inseguimento nel centro della città.

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L'autore: Alessandro Siro Campi

Alessandro Siro Campi nasce nel 1975. Si laurea nel 2000 in Ingegneria Informatica e consegue il dottorato nel 2004. Dal 2005 è ricercatore presso il Politecnico di Milano dove si occupa di Web e di interrogazioni e mining dei dati. Il suo blog personale è Alesiro
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