La Bce lascia i tassi al minimo storico

Pubblicato il 9 Gennaio 2014 alle 19:29 Autore: Gabriele Maestri
mario draghi tassi al minimo storico

La Bce lascia i tassi al minimo storico

Per l’ennesima volta, nessun ritocco al rialzo del costo del denaro: la scelta è della Banca centrale europea che giovedì ha scelto di mantenere il tasso d’interesse di riferimento al livello minimo storico dello 0,25%. Invariati anche il tasso marginale allo 0,75% e quello sui depositi a zero.

A volere fortemente questo “corso finanziario”, il presidente della Bce, Mario Draghi: “L’Eurozona sperimenterà un prolungato periodo di bassa inflazione, cui seguirà un graduale movimento verso un’inflazione appena sotto il 2%”. Non c’è stata, come avrebbero voluto gli analisti finanziari, l’assicurazione di futuri interventi qualora l’aumento dei prezzi per troppo tempo sia inferiore all’1% (provocando una rigidità delle condizioni di finanziamento delle imprese e dei consumatori): “Siamo pronti – ha notato Draghi con cautela – a nuove decise azioni se necessarie”, senza però andare oltre.

mario draghi tassi al minimo storico

Altrettanto deluso chi pensava di ascoltare parole di ottimismo sulla ripresa “imminente”: “È prematuro dichiarare vittoria contro la crisi. La ripresa c’è ma è debole, modesta e fragile. Ci sono diversi rischi di carattere finanziario, economico, geopolitico e politico che possono minarla”. I dati in possesso dell’Eurotower suggeriscono una “partenza debole” per i primi tre mesi del 2014 e “un ritmo lento” di ripresa fino a tutto l’anno successivo: ciò perché la politica della Bce permetterebbe di migliorare la domanda interna e rafforzerebbe via via le esportazioni.

Resta però troppo alta la disoccupazione, che si è stabilizzata ma così non può andare: per Draghi servono riforme strutturali per «”sostenere la graduale ripresa economica nella zona euro e avere un impatto positivo sulle finanze pubbliche”. Bisogna dunque mettere mano ai mercati dei prodotti e del lavoro, oltre che attuare con rigore le politiche del mercato unico: sarebbe la via “per migliorare le prospettive di crescita economica e favorire la creazione di posti di lavoro”.

Certamente il mancato rialzo dei tassi è piaciuta alle borse, anche se alla fine le piazze di Francoforte, Parigi e Londra hanno chiuso in leggero ribasso: l’unica ad avere mantenuto un modesto progresso è proprio Milano.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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