Lo stato sociale al tramonto?
[ad]I recenti e progressivi tentativi di smantellamento dello stato sociale non hanno, quindi, alcuna fondata motivazione di ragione economica; hanno invece l’incapacità di cogliere i reali fattori di destabilizzazione della nostra struttura economica – o peggio una connivenza con essi. Eventuali limitazioni al servizio che lo Stato offre ai cittadini possono essere tollerate come misure emergenziali solo nel momento in cui le istituzioni riescano a mettere sul piatto concrete misure per affrontare e risolvere il reale problema economico dell’Italia, che non sono le pensioni o i trasporti pubblici, ma sono i circa cento miliardi di euro annui che mancano all’appello nelle casse dello Stato per colpa delle varie forme di evasione ed economia sommersa.
Il Governo Monti, rispetto al precedente esecutivo, ha richiesto pesanti sacrifici ai ceti meno abbienti ma ha saputo offrire una migliore immagine di sé nella lotta all’evasione fiscale, con operazioni – di certo impatto mediatico ma che mostrano finalmente come certi santuari dell’evasione non siano più intoccabili – come i controlli di Capodanno a Cortina (fonte La Repubblica) ma ancora di più con misure di forte rilevanza come la tracciabilità dei dati bancari.
Non ancora abbastanza per garantire sulle reali intenzioni di Monti, ma una speranza per chi crede nel modello dello stato sociale affinché anche l’Italia possa riuscire a conservare almeno una parte dei diritti conquistati negli ultimi decenni avviando nel frattempo un’imponente opera di legalizzazione del sistema economico nazionale.