Monti contro le auto blu

Pubblicato il 17 Gennaio 2012 alle 09:30 Autore: Matteo Patané

La legge varata dal Governo Berlusconi, quindi, agiva direttamente sulla cilindrata delle auto blu e imponeva vincoli alla loro sostituzione, limitando tuttavia ad un provvedimento legislativo successivo le norme su chi realmente ne avesse diritto e quale, quindi, ne dovesse essere il numero finale.

Il succitato decreto è stato firmato il 3 agosto 2011 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre, e interviene definendo, nell’articolo 2, gli enti e i ruoli che possono usufruire delle auto blu, i modelli di auto utilizzabili e le occasioni in cui è consentito l’utilizzo delle autovetture di servizio.
Infine, il censimento delle autovetture effettuato nel 2009 e nel 2010 viene regolarizzato e portato a cadenza annuale senza alcun bisogno di rinnovi da fonte ministeriale.

Come era tuttavia lecito attendersi, il decreto è stato impugnato e portato davanti al TAR, che ne ha imposto un riesame con l’ordinanza 4139 del 20 novembre 2011 in virtù della mancata applicazione agli enti locali e agli organi costituzionali, nonché della mancata presa in esame dei casi degli enti che hanno a disposizione una sola autovettura di servizio.

La caduta del Governo Berlusconi e l’aggravarsi della crisi internazionale hanno quindi stoppato ogni ulteriore avanzamento sul tema, fino alla notizia, apparsa negli ultimi giorni, di un nuovo decreto della presidenza del consiglio dei ministri finalmente in grado di sanare il vuoto normativo lasciato dal precedente tentativo.
In particolare il nuovo documento, oltre a estendere le restrizioni sull’uso delle auto blu anche agli enti locali, e tutelare invece i casi di unica autovettura, da un’ulteriore giro di vite all’uso delle vetture di servizio eliminando una grave ambiguità presente nel decreto originario: mentre infatti prima un’auto blu veniva considerata superflua solo quando i mezzi pubblici consentivano uguale efficacia in termini di tempi e modalità di trasporto, con la nuova versione del testo questo requisito – scusa per non eliminare molte auto di servizio – è stato del tutto eliminato.
Inoltre dal punto di vista meramente normativo è stato eliminato il tempo di trenta giorni concesso alle amministrazioni per comunicare l’acquisto o in genere la presa di possesso di un’autovettura, aiutando lo Stato a tenere maggiormente sotto controllo le proprie spese anche da questo punto di vista.

Sebbene quindi il Governo Monti possa legittimamente essere accusato di scarso coraggio nell’affrontare i problemi della “Casta”, è altresì innegabile che a piccoli colpi alcuni dei privilegi più odiosi e costosi della classe politica siano effettivamente sotto attacco, e finiscano con l’essere rimossi o ridimensionati. Sicuramente un viatico vitale per politiche, presenti e future, che costeranno ancora molto in termini di credibilità e popolarità.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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