La rivolta dei forconi

Pubblicato il 19 Gennaio 2012 alle 18:24 Autore: Alessandro Siro Campi
La rivolta dei forconi
La rivolta dei forconi è il primo assaggio di una violenza che mettendo insieme la disperazione di chi non ha nulla da perdere, la voglia di menare le mani dei picchiatori di sinistra raccolti nei centri sociali e dei picchiatori di destra di Forza Nuova e la forza della criminalità organizzata può mettere in ginocchio questo Paese. Ora più che mai è necessario che lo Stato si mostri forte e che la politica risponda ai bisogni veri delle persone. Ed è anche necessario che non si offra supporto e sostegno (nemmeno morale) a questi delinquenti, perché sono vere le cose che dice Radio Free Mouth:

Prendi un movimento di protesta, per esempio, magari guidato da associazioni a carattere politico o para-tali. Qualcuno dal pulpito urla:
– Andiamo e facciamogli vedere di cosa siamo capaci!
E di cosa sono capaci? Di bloccare mezzo mondo, questo mi sembra chiaro.
I problemi però vengono risolti? E’ l’obiettivo primario di questi signori? Scusando il gioco di parole, il guaio dei problemi è che, qualora venissero risolti, poi nessuno si ricorderebbe né dei problemi né dei risolutori; se invece restano, come avviene ad esempio per le persone senza casa a Librino, allora ci si può sempre proporre come perpetui salvatori in cambio del voto alle elezioni amministrative/politiche.
Invece, un obiettivo raggiungibile in una manifestazione di protesta è la dimostrazione di forza. Se funziona, la fazione che ha orchestrato/appoggiato l’evento ne guadagna in immagine.
Domanda: contro chi può essere effettuata una manifestazione di forza convincente? Contro i potenti? E che, sono scemi questi, che rischiano andando a bussare alle porte del governatore della regione Sicilia, a Montecitorio per dire basta a ‘ste cacchio di accise o presso le sedi delle aziende petrolchimiche?
Quindi la risposta mi sembra semplice: contro i più deboli.
Ecco che, per reclamare sacrosanti diritti/agevolazioni, si effettua una prova di forza sui cittadini, che possono solo subire perché non sono certo loro i responsabili di quei diritti/agevolazioni richiesti. Se potessero, aprirebbero subito i cordoni della borsa, i rubinetti dell’economia, i cancelli delle scrofe grasse soncazzoio ecc.
Blocchiamo i rifornimenti alimentari, gli approvvigionamenti di carburanti. Con buona pace di chi non riesce a raggiungere il proprio posto di lavoro o non trova latte per il proprio figlioletto. Alla crisi aggiungiamo crisi. Bravi, complimenti. Nascondiamoci dietro l’espressione “Sensibilizzare l’opinione pubblica”. Fermiamo i traghetti sullo Stretto perché il Messina retrocede. Interrompiamo il derby della capitale fingendo che sia morto un tifoso e mettiamo a ferro e fuoco la città, per il puro gusto di far vedere quello che possiamo fare. Certo, avremo provocato un danno enorme ai potenti, che riceveranno qualche telefonata dai giornali per avere un’intervista in più.
Fin quando la follia emerge in tutta la sua stupidità, tirando fuori il coltello.

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L'autore: Alessandro Siro Campi

Alessandro Siro Campi nasce nel 1975. Si laurea nel 2000 in Ingegneria Informatica e consegue il dottorato nel 2004. Dal 2005 è ricercatore presso il Politecnico di Milano dove si occupa di Web e di interrogazioni e mining dei dati. Il suo blog personale è Alesiro
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