Ieri al Qaeda, oggi l’Isis: analogie e differenze

Pubblicato il 10 Settembre 2014 alle 08:25 Autore: Antonio Scafati

Tredici anni fa il mondo scopriva al Qaeda. L’attentato dell’11 settembre cambiava la percezione del terrorismo di matrice islamica. Da allora molto è cambiato. Osama bin Laden è morto. Al Qaeda è guidata da un medico egiziano di nome al-Zawahiri. Oggi i riflettori sono tutti per l’Isis. Ed per combattere l’Isis che Obama sta allestendo una coalizione internazionale.

Le origini dell’Isis risalgono al 2003, in seguito all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti. L’anno dopo il gruppo si unisce ad al Qaeda e prende il nome di al Qaeda in Iraq. La rottura si consuma pochi mesi fa: al-Zawahiri chiede all’Isis di concentrarsi sull’Iraq lasciando il campo siriano ad al-Nusra, ma Abu Bakr al-Baghdadi, leader della fazione, disobbedisce. Da allora tra i due gruppi c’è distanza, oltre a una competizione per la leadership della jihad mondiale.

Tra al Qaeda e Isis le differenze sono molte. Ma molte sono anche le analogie, a partire dalle origini. La CNN ha ricordato come sia al Qaeda sia l’Isis nascono da guerre: al Qaeda dall’invasione della Russia in Afghanistan, l’Isis dall’invasione degli Usa in Iraq. Entrambi i gruppi adottano la violenza come strumento di propaganda. Entrambi puntano ad accrescere la paura nel nemico: ma se al Qaeda puntava a farlo attraverso attacchi terroristici spettacolari, l’Isis lo fa con la forza del suo esercito e la violenza dei suoi miliziani. Entrambi hanno obiettivi che scavalcano i confini nazionali.

Isis 2

Photo by CliffCC BY 2.0

Le differenze cominciano nella capacità di comunicare col mondo esterno. L’immagine tradizionale di Osama bin Laden lo ritraeva in una grotta, kalashnikov in mano, seduto a parlare di fronte a una telecamera. L’Isis è in tutto e per tutto figlio dei suoi tempi, a cominciare dall’utilizzo efficace dei social network. I video sono di alta qualità: vengono montati con perizia e sono costruiti secondo una precisa logica narrativa, contengono scene di violenza, esplosioni, riprese aeree, sequenze rallentate, musica di sottofondo. Sono veri e propri filmati di propaganda che puntano a raggiungere un obiettivo fondamentale: il reclutamento dei guerriglieri.

Ma c’è di più. La voce di al Qaeda era la voce di Bin Laden e il volto di Bin Laden era il volto stesso di al Qaeda. L’organizzazione ha vissuto per anni nutrendosi del carisma esercitato dal saudita, fino a sovrapporre l’uno con l’altra. Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dell’Isis, è una guida altrettanto forte ma si espone meno. Le immagini nei video dell’Isis mostrano l’organizzazione in combattimento, mostrano jihadisti europei che hanno abbracciato la causa, mostrano il nemico che viene sconfitto e un esercito che avanza esultando per le proprie vittorie.

Diversa è anche la strada attraverso la quale raggiungere gli obiettivi finali. Al Qaeda è l’organizzazione dell’attentato dell’11 settembre, è l’organizzazione che punta sul terrorismo per creare il Califfato. Osama bin Laden è stato l’uomo capace di colpire al cuore l’America ma anche l’Europa, con gli attentati di Londra e Madrid compiuti da cellule affiliate all’organizzazione: il terrorismo portato sin dentro l’Occidente.

L’Isis ha già annunciato la nascita del Califfato islamico, ha l’obiettivo di farlo durare e di conseguenza si comporta come un’entità parastatale. Amministra il territorio conquistato, sfrutta le risorse naturali, commercia, vende petrolio al mercato nero: si autofinanzia quasi completamente. Ha un esercito che agisce come tale, non come un’organizzazione terroristica: gli attentati sono una parte della strategia, e non la più importante. Ma soprattutto l’Isis si sta dimostrando capace di tenere un territorio molto vasto, e questo al Qaeda non è mai riuscita a farlo.

L’Isis sta superando al Qaeda anche nella capacità di attirare a sé combattenti occidentali, gente proveniente dall’Europa e dagli Usa che decide di abbracciare la jihad. Ma l’Isis sta penetrando anche in India, in Pakistan e in Afghanistan. Molti guerriglieri afghani e pakistani sono partiti alla volta della Siria e dell’Iraq per unirsi all’Isis.

Immagine in evidenza: Josh PesaventoCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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