M5S, espulsi i senatori Vacciano e Simeoni e il deputato Iannuzzi

Pubblicato il 9 Gennaio 2015 alle 19:15 Autore: Alessandro Genovesi
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Altre uscite in casa Movimento 5 Stelle. Il capogruppo al Senato Alberto Airola ha firmato stasera per espellere Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni dal gruppo M5S a Palazzo Madama. A breve anche il deputato Cristian Iannuzzi, figlio della Simeoni, è stato espulso dal gruppo della Camera. I tre si erano dimessi lo scorso mese in polemica con le decisioni dei vertici. La decisione è stata presa nonostante ieri sera l’assemblea dei senatori abbia votato contro l’espulsione, almeno fino a che non fosse stata presentata la formale richiesta di dimissioni.

Iannuzzi su facebook si abbandona a un lungo sfogo, accompagnato da un fotomontaggio in cui Gianroberto Casaleggio muove i fili di una ballerina con il volto di Alberto Airola, il capogruppo del Senato che ieri ha firmato l’espulsione contravvenendo a quanto deciso dall’assemblea. Iannuzzi scrive di “un Airola in difficoltà, prostrato, combattuto, che chiama Vacciano su mandato di Casaleggio e lo prega di uscire dal gruppo M5S per evitare la cacciata per mano del blog. Come si è giunti a tanto non lo so e non ve lo so spiegare. Certo – osserva Iannuzzi, che titola il proprio post ‘Casagregge associati’ – in questi quasi due anni passati in Parlamento, ne son successe di cose nel M5S. Decisioni calate dall’alto apparentemente insensate, provocatorie, a tratti dispotiche. Votazioni sul blog quantomeno discutibili, aperte e chiuse di corsa e qualche volta con quesiti cambiati in corso di votazione”. E ancora: “L’abbandono progressivo di un confronto con i cittadini”, fino al “commissariamento della democrazia nel M5S. Le poche volte che il gruppo parlamentare è arrivato ad una decisione, se questa non piaceva al capo, per il blog è stata considerata carta straccia”, accusa Iannuzzi.

“Come è potuto succedere – incalza Iannuzzi – che un portavoce M5S, eletto capogruppo da un’assemblea di suoi pari col compito di portare la voce di quegli stessi parlamentari, invece di rispettare le decisioni prese democraticamente in assemblea, abbia accettato di assumere il ruolo di tagliatore di teste per conto di Casaleggio, un imprenditore che presta dei servizi informatici – a fini di lucro – al blog di Beppe Grillo (piattaforma ufficiale del MoVimento 5 Stelle), ed ha assunto – in perfetto conflitto di interessi – anche il ruolo di capo politico vicario, posizionandosi al vertice della piramide a 5 Stelle”. “Non mi è facile comprendere questi passaggi. Non mi è facile – prosegue Iannuzzi – accettare la fedeltà ad un capo da parte di un portavoce parlamentare che siede nel Parlamento della Repubblica per servire il popolo italiano. Non era questa l’idea originaria di riVoluzione a 5 stelle. non era questo il MoVimento senza capi né padroni che io, e tanti altri come me, abbiamo abbracciato. Come siamo arrivati a questo punto?”.

Sulla vicenda interviene anche il Pd, che paragona il M5S alla Corea del Nord: “Kim Jong-Un Casaleggio ha chiesto il pugno di ferro ed il fedele capogruppo Airola ha espulso. La democrazia di Grillo è ormai sempre più ispirata alla Corea del Nord”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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