Yemen: prove di colpo di stato

Pubblicato il 19 Gennaio 2015 alle 13:59 Autore: Guglielmo Sano

Yemen: gli Houthi, ingaggiato un conflitto a fuoco con le forze di sicurezza che difendevano il palazzo presidenziale, hanno lanciato un’offensiva che si è estesa a tutta la capitale Sana’a. Nelle mire dei miliziani sciiti ci sarebbe la creazione di un imamato zaidista sul modello di quello che ha governato lo Yemen del Nord fino al 1962.

L’attacco

Sono cominciati alle prime ore del mattino gli scontri nei pressi del palazzo presidenziale di Sana’a. Secondo le testimonianze raccolte da Al Jazeera sarebbero stati usati mortai e mitragliatrici pesanti. Finora si contano 2 vittime e 14 feriti.

Hakim Al-Masmari, redattore capo dello Yemen Post, ha descritto i combattimenti di stamattina come molto violenti, ancora più violenti di quelli che, nel mese di settembre, hanno di fatto consegnato alcune parti del nord della capitale agli Houthi. “Questo caos è il primo del suo genere” riferisce Al-Masmari. Ancora non è chiaro chi abbia attaccato per primo le posizioni dell’altro: esercito yemenita e milizie Houthi si rimpallano a vicenda la responsabilità di aver dato il via ai combattimenti.

yemen sciiti

Adesso i miliziani sciiti controllano, oltre a posizioni strategiche della città, la televisione di stato e l’agenzia di stampa Saba News. Il ministro dell’Informazione Nadia Sakkaf ha dichiarato ad Al Jazeera che “entro la fine della giornata potrebbe nascere un nuovo Yemen”, comunicando il tentativo di colpo di stato in corso.

Golpe in corso

A quanto riferisce sempre Nadia Sakkaf è stata attaccata anche la scorta del premier Khalid Bahah dopo che questi era uscito da un incontro proprio con dei rappresentanti degli Houthi. Il vertice molto probabilmente ha riguardato il rapimento del capo dello staff presidenziale avvenuto sabato.

Non si sa dove sia finito il presidente Hadi che, sempre in mattinata, aveva assicurato l’avvenuto accordo con gli Houthi sul mantenimento della pace. Dopo appena un’ora le armi hanno smesso di tacere. Sakkaf ha riferito che una parte dell’esercito non “obbedisce più agli ordini”, adesso bisogna impedire ad Al Qaeda di “approfittarsi della situazione” e del vuoto di potere che si sta determinando. I jihadisti hanno giurato di difendere la comunità sunnita minacciata dagli Houthi sciiti.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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