Infografiche – Elezioni Israele, Politiche 2015: finestra sul voto

Pubblicato il 11 Marzo 2015 alle 16:16 Autore: Emanuele Vena
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Infografiche – Elezioni Israele, Politiche 2015: finestra sul voto

Il 17 marzo Israele tornerà alle urne per eleggere per la ventesima volta i membri della Knesset, il Parlamento nazionale unicamerale situato nella capitale Gerusalemme. Il Paese arriva al voto dopo un periodo molto agitato sia sul piano interno che su quello internazionale, contrassegnato dall’attacco alla Sinagoga di Copenhagen e dalle polemiche sollevate dal premier Benjamin Netanyahu, che ha accusato gli Stati Uniti di voler favorire il riarmo nucleare dell’Iran, che per il leader israeliano rappresenta una minaccia per Israele ed il mondo intero.

Il Likud – la formazione di centro-destra che fa capo a Netanyahu – stavolta correrà da solo, dopo la rottura dell’asse formato alle precedenti elezioni con Yisrael Beiteinu, il partito nazionalista di destra guidato da Avigdor Lieberman. Tutt’altro clima si respira invece sull’altro versante, con il progressista Labor Party di Isaac Herzog forte dell’accordo raggiunto con i liberali di Hatnuah, guidati dall’ex ministro Tzipi Livni, già membro prima del Likud e poi di Kadima, il partito centrista fondato dallo scomparso ex premier Ariel Sharon dalla cui scissione è scaturito Hatnuah.

Infografiche – Elezioni Israele, Politiche 2015: il sistema di voto

Come già detto, Israele è una Repubblica parlamentare monocamerale, con una moltitudine di partiti, la gran parte di impronta sionista. Il Parlamento (Knesset) è composto da 120 membri, eletti ogni 4 anni con un sistema proporzionale con collegio unico nazionale e sbarramento al 3,25% su scala nazionale. Il primo ministro detiene il potere esecutivo e, dal 1996 al 2001, è stato eletto direttamente dal popolo, tramite l’introduzione momentanea del cosiddetto “premierato”, volto ad aumentare le prerogative del presidente.

Qui di seguito un’infografica che riassume i risultati elettorali dal 1949 ad oggi (in alto a destra è possibile scegliere la tornata elettorale; inoltre, passando con il mouse sui grafici, è possibile visualizzare ulteriori informazioni):

Gli ultimi sondaggi prevedono un testa a testa tra Likud e la Zionist Union, cioè l’asse formato da Labor Party e Hatnuah. Entrambe le formazioni sono accreditate di un numero di seggi che oscilla tra i 23 ed i 25, comunque decisamente inferiori al numero di seggi necessari (61) per costituire una maggioranza parlamentare.

E mentre il premier Netanyahu punta a riconquistare la presidenza facendo la faccia dura nei confronti dell’Iran e lanciando il programma di rimpatrio degli ebrei europei – alla luce degli attentati di Copenhagen – il leader laburista Herzog punta su un programma di “pace e giustizia sociale” per riportare al governo il partito del defunto premio Nobel per la Pace Yitzhak Rabin. Il tutto mentre monta la curiosità per le mosse che farà la Joint List, la coalizione dei partiti arabi che – accreditata dai sondaggi di circa 12-13 seggi – potrebbe avere un peso specifico notevole per la nascita del nuovo governo.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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