Forza Italia, tutti contro il ricostruttore Fitto Ma lui rilancia “FI bunker di autonominati”

Pubblicato il 4 Aprile 2015 alle 10:49 Autore: Redazione
Raffaele Fitto, foto

“In questi giorni c’è chi preferisce critiche ingenerose all’interesse del partito. Per questo Berlusconi ha pronunciato un richiamo di assoluto buon senso. Tanti dirigenti appena perso il potere dato dallo scettro assoluto sputano nel piatto in cui hanno mangiato a lungo”. L’attacco arriva da Giovanni Toti, candidato governatore di Forza Italia per le elezioni regionali in Liguria, che analizza la fibrillazione che sta attraversando il partito azzurro.

L’indice è puntato verso i soliti noti: “Paolo Romani ha dato un contributo costruttivo al dibattito interno, con uno spirito positivo. Altri invece per un pò di visibilità hanno preferito pronunciare attacchi ingenerosi. Ingenerosi anche verso la loro storia personale, a dire il vero”. Un avvertimento lanciato soprattutto all’ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto, a capo della corrente dei “Ricostruttori” e da tempo critico nei confronti delle strategie politiche attuate dal partito. Ma anche a Sandro Bondi, uno degli ultimi illustri fuoriusciti: “A me spiace che Bondi sia andato via, però a dire il vero da tempo non dava un contributo forte a FI. Anzi, ultimamente aveva parlato di «fallimento del partito”.

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Forza Italia, l’obiettivo è “mandare a casa Renzi”

Spiega Toti: “Stiamo costruendo, con fatica una coalizione alternativa a Renzi. L’obiettivo è mandarlo a casa, non è riuscito a intercettare la ripresa e i cittadini se ne accorgeranno presto”. Ecco perchè secondo il consigliere politico di Forza Italia, non ci sarà alcun remake del Nazareno, con buona pace delle “colombe” come Denis Verdini: “Non sono previste nuove collaborazioni con il governo. Nè oggi, nè all’orizzonte”. E riguardo alla propria candidatura, spiega: “Vivo in Liguria da 15 anni. Mi considero ligure, a meno che per esserlo non servano più anni che per ottenere la cittadinanza”.

Intanto le acque nel partito restano agitate. A partire dalla Puglia, regione del capo dei dissidenti Fitto. Luigi Vitali, commissario forzista in Puglia, attacca l’ex governatore dalle pagine di Repubblica: “Non può chiedere le chiavi di casa mia, entrare e mettere i piedi sul tavolo. I cosiddetti ricostruttori peraltro fino a oggi non mi hanno domandato di essere in corsa per le elezioni. Nessuno di loro l’ha fatto. Non è che posso andare a cercarli porta a porta”. Sulla possibilità di una rottura definitiva tra l’ex governatore ed il leader forzista Silvio Berlusconi, Vitali è gelido: “Se ci sarà, l’avrà provocato Fitto. Per quanto ci riguarda, non abbiamo e non avremo colpe”. E riguardo alle regionali, aggiunge: “Io sto già facendo le liste. Gli spazi si assottigliano, inevitabilmente. E dopo Pasqua, l’ultima parola sui concorrenti che scenderanno in campo toccherà a Berlusconi”.

Forza Italia, Fitto contro Maria Rosaria Rossi

Ma a stretto giro di posta arriva la nuova stoccata di Raffaele Fitto, pubblicata sul proprio blog: “Il centrodestra italiano, in primo luogo grazie a Berlusconi, è stato a lungo depositario delle speranze e delle attese degli italiani di un grande cambiamento e di una profonda riforma liberale. Un mix di errori politici e di circostanze esterne negative ha purtroppo impedito di realizzare questa promessa”. E aggiunge: “è venuto il momento di discutere in modo intellettualmente onesto della situazione che è sotto gli occhi di tutti”.

Fitto chiarisce il problema: “Piaccia o no, la vecchia FI e il Pdl avevano sempre rispettato statuti e regole. Da un anno, invece, siamo in una terra di nessuno, dove nulla (a Roma o sui territori) corrisponde a quanto è scritto nello statuto”. E accusa Maria Rosaria Rossi: “Ma davvero pensiamo che le liste possano essere fatte e disfatte dalla senatrice Rossi, o comunque dipendere da un suo finale atto di volontà? Davvero pensiamo che dirigenti possano essere esclusi in Puglia e non solo dalle elezioni regionali e domani dalle elezioni politiche solo per aver espresso un’opinione nel dibattito di partito o per aver partecipato ad un’assemblea? Dove siamo finiti? Non eravamo, o non dicevamo di essere, un partito liberale di massa?”.

L’ex governatore ne ha anche contro la posizione di Berlusconi nei confronti dei malpancisti: “Siamo in un partito senza una seria e credibile linea politica. Siamo soprattutto un partito con 9 milioni di elettori in fuga. E adesso qualcuno vorrebbe anche »più bavaglio per tutti?”. E ancora: “C’è ormai un cupo bunker, costruito intorno a Silvio Berlusconi, dove pochi autonominati pretendono di decidere sulla sorte delle persone, e – peggio ancora – sulla linea politica”.

L'autore: Redazione

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