Sondaggi politici TP, sì di 3 italiani su 4 a più tasse ai più ricchi (con o senza patrimoniale)
Sondaggi politici TP, sì degli italiani a più tasse ai più ricchi
Bentornati con il sondaggio settimanale di Termometro Politico, in cui affrontiamo le principali tematiche di attualità politica nazionale e internazionale. Novembre è tempo di saldi per molti italiani e il tema delle tasse ritorna, un po’ per tutti. E allora, cominciamo proprio da due domande sull’imposizione fiscale. Passiamo, poi, a un focus sull’eventuale femminilizzazione della società e lo scandalo del servizio manipolato della BBC su Donald Trump. Si chiude, come sempre, con le intenzioni di voto aggiornate e la fiducia in Giorgia Meloni.
Sondaggi TP, patrimoniale e altre tasse: gli italiani sono d’accordo sul chiedere di più ai più ricchi (in un modo o nell’altro)
È stato uno degli argomenti della settimana, quello della patrimoniale. Argomento che ritorna ciclicamente e che mette di fronte due idee contrapposte. Abbiamo chiesto se sarebbe a favore di una patrimoniale per chi ha più di 2 milioni di euro. La risposta più gettonata è quella del “Sì, i più ricchi pagano imposte molto ridotte, sarebbe la giusta soluzione invece di tassare poveri e ceto medio”, che prende il 37,1%. A questo si somma un 12,5% che si considera altrettanto a favore, ma “escludendo dal patrimonio gli immobili, che spesso non generano valore”.
“Poi, c’è anche chi rifiuta l’idea della Patrimoniale ma crede che sia meglio aumentare le tasse sui redditi dei ricchissimi e i fatturati e i patrimoni delle grandi multinazionali (24,6%)”. Per poco meno di una persona su quattro, infine, “la tassazione è già eccessiva in Italia per tutti, sia sui redditi che sui patrimoni, dovrebbe essere ridotta per chiunque”.
Da questo, si evince che se la patrimoniale rimane uno “spauracchio” per molte persone (circa la metà degli italiani), tirando le somme sono 3 italiani su 4 a chiedere una forma di tassazione maggiore ai più ricchi, che sia attraverso la patrimoniale stessa o una tassazione più forte sui redditi più alti.

E passiamo, allora, a una domanda correlata: se sia giusto tagliare le tasse anche per chi prende 50.000 euro all’anno (circa 2.500 euro al mese). Qui c’è grande favore, con il 44,8% che sostiene che “non si tratta di nababbi, ma del ceto medio, che è sempre stato tartassato ed è quello che paga più imposte”. A seguire, il 31,2% pure è d’accordo “magari escludendo dai beneficiari i più ricchi, per esempio chi supera i 100mila euro, e tagliando le tasse anche a chi guadagna meno di 50mila euro l’anno”. Andando a sommare, anche qui parliamo di tre italiani su quattro a favore di un taglio per questa fascia di reddito
Dall’altra parte, il 10,7% sostiene che “No, anche se non sono tutti ricchi rappresentano pur sempre il 10% più agiato della popolazione. Sarà giusto tagliare loro le tasse quando la povertà sarà diminuita”. Infine, il 12,1% ritiene che “con più di 2.500 euro al mese si vive bene, la priorità è pensare alla grande maggioranza degli italiani che prende molto meno”.
Nel complesso, gli italiani sono decisamente favorevoli a tagliare le tasse per la gran parte della cittadinanza, andando a chiedere di più solo a un numero relativamente ristretto di persone ed affermando un criterio di progressività fiscale.

La società che cambia: oltre 2 italiani su 3 auspicano una femminilizzazione
Se settimana scorsa abbiamo parlato dei toni usati dal femminismo, oggi parliamo della femminilizzazione, chiedendo se la società si è femminilizzata nel corso degli anni e cosa ne pensa.
C’è un primo dato importante da segnalare, riguardo se questa si in corso o meno: il 51,3% del campione crede che ci sia una femminilizzazione in atto, contro un 36,6% che non considera o percepisce questo possibile cambiamento. L’altro dato, molto rilevante e ancor più accentuato, è che il 68,6% vorrebbe una società femminilizzata, contro un 30,3% di chi non si augura che questo accada. C’è, in questo caso, un rapporto di oltre 2:1 a favore di questo tipo di cambiamento sociale.
Rimane un 11% che non sa o non intende rispondere.

Sondaggi TP: l’establishment globalista domina e manipola i media per oltre un italiano su due
E prima di passare a intenzioni di voto e fiducia in Giorgia Meloni, parliamo dello scandalo del direttore della BBC che si è dimesso per un servizio manipolato su Trump. Abbiamo chiesto se i media sono in malafede e portano avanti un’agenda politica attraverso la manipolazione delle masse.
Qua c’è una risposta che spicca su tutte: per il 52,6% è “Sì, un po’ ovunque i media sono dominati dall’establishment globalista, che usa giornali, Tv, internet per diffondere la propria ideologia”. Molto meno della metà del campione afferma l’opposto, ovvero che “a condizionare i media è l’establishment conservatore e capitalista, di cui Trump è parte, e che zittisce le voci radicali e controcorrente” (20,6%). Andando a sommare questi due dati, si ricava il dato per cui quasi 3 italiani su 4 (73%) sostengono che i media manipolino le masse.
Un italiano su quattro si mostra più cauto riguardo l’affermazione in esame. Per il 14,5% “dipende dal Paese, ma i media ormai inseguono il clic facile e l’audience più che un orientamento politico”. Infine, l’8,4% sostiene che “ci sono sempre stati e ci sono media di colore molto diverso, basta scegliere quali seguire in base al proprio orientamento”.

Sondaggi elettorali TP, intenzioni di voto 14 novembre 2025: FdI ancora più su
Chiudiamo con le intenzioni di voto e la fiducia in Giorgia Meloni. Il partito della premier sale ulteriormente arrivando a un nuovo record del 30,4%, in aumento di altri due decimi rispetto alla scorsa settimana (che rosicchia un decimo ad entrambi gli alleati, Lega e Forza Italia). La forbice con il PD si torna ad allargare, con i dem che perdono, invece, ben tre decimi e riscendono al 21,8%. Anche il M5S perde due decimi e si ferma al 12%. Stabile, nella coalizione, solo AVS (6,6%). Italia Viva in recupero su Azione (2,5% per Renzi, 3% per Calenda). QUI, IL SONDAGGIO DELLA SCORSA SETTIMANA.

Infine, sulla fiducia, nella premier, c’è un nuovo leggero rialzo, con il dato di chi ha molta+abbastanza fiducia che arriva al 41,1%.

Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 2.600 interviste realizzate tra l’11 e il 13 novembre 2025.
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