Ddl Scuola, Camera approva riforma con 316 voti favorevoli, ora la parola passa al Senato

Pubblicato il 20 Maggio 2015 alle 12:09 Autore: Riccardo Bravin
renzi pd buona scuola

La riforma della Scuola è stata approvata dalla Camera con 316 voti favorevoli, 137 contrari ed un astenuto. Ora la palla passa al Senato. Non ha partecipato al voto la sinistra del Pd. Dai tabulati risulta che da Bersani a Cuperlo, da Fassina a D’Attorre, da Roberto Speranza a Stumpo sono 40 i deputati della sinistra dem assenti in aula al momento del voto. Rosy Bindi, invece, figura in missione. Tra i no, ma non del Pd perchè ormai passati al Misto, spiccano invece quelli di Pippo Civati e Luca Pastorino.

“Al mondo della scuola dico: abbiate fiducia di essere protagonisti dell’autonomia” ha affermato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini dopo l’approvazione del ddl scuola alla Camera. “Il mondo della scuola – ha detto – capirà che questo ddl fa l’autonomia. Insegnanti, dirigenti scolastici, studenti e chi fa funzionare la scuola devono acquisire fiducia”. Ma in sindacati rimangono sul piede di guerra. “Con il voto di oggi non si chiude la battaglia, che continua”, ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, a margine della cerimonia di commemorazione a 16 anni dal l’omicidio di Massimo D’Antona, commentando il provvedimento approvato dalla Camera. “Si dice – continua Camusso – che ci vorrebbe davvero una buona riforma della scuola. Questa non lo è, è legata a una logica emergenziale e non a un progetto sul valore dell’istruzione nel nostro paese, di coesione sociale e di uguaglianza che la scuola deve avere. La piega invece a un’idea di efficientismo”. Per il leader sindacale, quindi, non “é una riforma positiva. Il governo aveva annunciato che avrebbe discusso ma nei fatti continua a difendere il suo progetto. Con altrettanta nettezza – conclude – e col voto di oggi non si chiude la battaglia, che continua”. Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, apre alle modifiche. “Al Senato abbiamo un altro passaggio altrettanto significativo e quindi ovviamente riaffronteremo alcuni punti che sappiamo sono ancora discussi nell’esame al Senato”. Intanto il M5S annuncia battaglia: “Sul ddl scuola abbiamo perso una battaglia ma non la guerra ma al Senato la maggioranza si regge in piedi per sette voti. Per questo state certi che daremo battaglia, sarà un Vietnam” ha affermato il vicepresidente della Camera e componente del direttorio M5s Luigi Di Maio su Facebook.

Mentre il comparto scuola è ancora in subbuglio e continuano le proteste davanti a Montecitorio, arrivano le repliche del governo a difesa della criticatissima riforma. E come ormai da consuetudine le risposte dell’esecutivo non sono il frutto di un dialogo con le parti sociali ma sono affidate alla comunicazione dei social network ed alle dichiarazioni sui media; il ministro Stefania Giannini infatti aveva sottolineato con un tweet l’impegno del governo per la sistemazione dell’edilizia scolastica: “La sicurezza prima di tutto, con art. 22 stanziamo 40 mln per controlli su controsoffitti”, mentre il premier Matteo Renzi, ai microfoni di Rtl 102.5 rivendica le azioni svolte: “ Siamo il governo che più di tutti ha messo soldi sulla scuola” sottolineando come il ddl crei “ meno precari e più qualità” aggiungendo infine “ci saranno più soldi, meno precari e più qualità. La scuola ha bisogno di ritrovare un pò di autostima”.

Riforma scuola, cosa cambia

Fra i provvedimenti più significativi del ddl, da segnalare il piano di assunzione dei circa 100.000 precari, vincitori del concorso del 2012 iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, ma che per venire assunti dovranno sostenere un periodo di prova della durata di un anno per essere infine valutati dal dirigente scolastico, il quale dovrà preliminarmente sentire il parere di un Comitato composto dallo stesso dirigente, da due docenti e da due genitori alle medie o un genitore ed uno studente per le superiori.
Per quanto riguarda il capitolo 5 per mille, da segnalare una vittoria delle opposizioni, che sono riuscite a far stralciare l’art. 17 dal ddl e che, come dichiarato dallo stesso ministro:” rimarrà uno strumento dedicato esclusivamente al volontariato”.
Tuttavia, nonostante le proteste di Sel rimangono gli sgravi previsti per le scuole paritarie previsti per un massimo di 400 euro all’anno per studente.
Saranno previsti inoltre crediti di imposta del 65% per il 2015/2016 e del 50% per il 2017, per coloro che effettueranno donazioni in favore di nuove scuole o per il potenziamento di quelle esistenti.
Il ministro Giannini a proposito di questi “school bounus” aveva twittato entusiasta: “ tutti possono contribuire al miglioramento della scuola.

Una folla di manifestanti sfila nella via di una città. Reggono uno striscione con scritto: la buona scuola siamo noi

La battaglia dei sindacati: sciopero degli scrutuni

I rapporti del governo con i sindacati, che non sono mai stati idilliaci, si stanno nel frattempo ulteriormente deteriorando; il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo in piazza a manifestare con gli insegnanti contesta aspramente il ddl buona scuola “ Questo ddl anche con modifiche è inaccettabile e incostituzionale” e minaccia “ In assenza di risposte pensiamo anche allo sciopero degli scrutini. Oggi pomeriggio con gli altri sindacati cercheremo di trovare una sintesi, ma questa piazza ci dice di andare avanti”.
La replica di Matteo Renzi non si è fatta attendere; il premier con un tono che lascia pochi margini per il dialogo ha infatti dichiarato a proposito: “Il punto è: possiamo dire che l’Italia è di tutti e non solo dei sindacati? Si, possiamo dirlo”.
Ma Pantaleo non demorde e annuncia: “Da domani bisogna aprire le scuole, attraverso occupazioni simboliche, a un dibattito pubblico con le famiglie, gli enti locali, gli insegnanti. Penso che sarà necessaria una ulteriore giornata di mobilitazione nazionale”.