Sap e Lega Nord insieme contro il reato di tortura. Salvini: “La polizia deve fare il suo lavoro”

Pubblicato il 25 Giugno 2015 alle 19:18 Autore: Redazione
salvini referendum grecia

Oggi a Roma, Milano e Palermo il sindacato di polizia Sap ha manifestato contro l’introduzione nel codice penale italiano del reato di tortura. Già approvata dal Senato della Repubblica, questa proposta di legge è ulteriormente sollecitata dalle sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani sul G8 di Genova e sul caso di Stefano Cucchi.

Il segretario del Sap Gianni Tonelli spiega così la posizione del suo sindacato: “Un vero e proprio colpo di mano contro le forze dell’ordine e contro chi ogni giorno garantisce la sicurezza dei cittadini“. Tonelli ha aggiunto inoltre di leggere “un pesante fardello di disprezzo ideologico” in tale provvedimento, promosso in Parlamento, a suo avviso, da “soggetti ben noti ai nostri archivi, gente che ha fatto ‘carriera’ fomentando le piazze e che ora si ritrova in Parlamento, ben pagata da tutti noi”. In particolare, viene criticato il concetto di “acute sofferenze psichiche” che viene ritenuto un parametro troppo discrezionale che chiunque, per Tonelli “potrà utilizzare per accusarci, lamentando di averle patite queste ‘sofferenze’, anche se non sono oggettivamente rilevabili”.

salvini in primo piano

Ad unirsi alla manifestazione del sindacato Sap, anche la Lega Nord, il cui leader Matteo Salvini si è detto contrario all’introduzione del crimine di tortura, poiché “idiozie come questa legge espongono le forze dell’ordine al ricatto dei delinquenti“.

Ma Franco Corleone, garante dei detenuti, Patrizio Gonella dell’Associazione Antigone e Massimo Corti dell’Acat contestano questa visione dei fatti, affermando che “la posizione del Sap è fuori dalla Comunità Internazionale; la polizia deve essere un corpo che protegge i diritti umani e non deve aver paura del reato di tortura“. La loro nota congiunta, diramata alla vigilia della Giornata Internazionale contro la Tortura, ricorda anche che l’Italia ha ratificato 26 anni fa l’apposita convenzione delle Nazioni Unite, ma non ha ancora adeguato il proprio ordinamento giuridico, come invece ha fatto recentemente Città del Vaticano per volontà di Papa Francesco.

Walter Nicolosi

L'autore: Redazione

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