Giovanni Scattone rinuncia alla cattedra: “Mancanza di serenità”

Pubblicato il 10 Settembre 2015 alle 10:05 Autore: Redazione
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Colpo di scena: Giovanni Scattone rinuncia alla cattedra. La motivazione ufficiale è la “mancanza di serenità”. Hanno pesato evidentemente le polemiche sulla sua assunzione. Nonostante l’aperta difesa da parte del ministro Stefania Giannini. “Sono soddisfatta, soprattutto per i ragazzi. È stata fatta giustizia”. Queste le parole di Aureliana, la mamma di Marta Russo, commentando la decisione di Giovanni Scattone di rinunciare alla cattedra di psicologica all’istituto Einaudi di Roma. “Sono contenta per gli studenti – sottolinea – che non avranno come insegnante una persona così inadatta ad essere educatore”.

Giannini: Scattone ha espiato la sua pena

“Sarei tranquilla se mia figlia fosse nella scuola dove insegna il professor Scattone”. “Ha espiato la condanna che non prevedeva l’interdizione dai pubblici servizi”. Lo ha detto il ministro Giannini dopo le polemiche sull’assunzione di Giovanni Scattone condannato per l’omicidio di Marta Russo e dopo il commento di Aureliana Russo per la quale “una persona colpevole di un omicidio non può fare l’educatore”.

“Il caso Scattone risale a 17 anni fa, il professor Scattone da allora ha insegnato come supplente, e adesso fa parte di graduatorie da cui è stato attinto, la sua è una decisione libera, è un atto volontario aver accettato, lo lascio alla sua coscienza di condannato che ha espiato la sua pena, che non conteneva l’interdizione dai pubblici servizi. Ma è un professore che ha già insegnato, sfido chiunque a poter mettere un veto”.

Quanto alle dichiarazioni della mamma di Marta Russo il ministro ha affermato che “in considerazione della dinamica di quel caso e delle relative investigazioni, nel cuore di una madre rimane una lacerazione insanabile, per questo accolgo senz’altro l’appello che ci rivolge, troveremo il modo di ricordare Marta. Ma non colleghiamo con questa richiesta il tema posto dal ritorno in cattedra di Scattone. Da madre però mi sentirei tranquilla, perché una persona nella vita può commettere cose enormi, può anche non superarle ma può anche arrivare a una piena espiazione e riabilitazione interiore”.

giovanni scattone con una mano poggiata sul labbro

Mamma Marta Russo: Chi ha ucciso non può educare

La mamma di Marta Russo, Aureliana Russo, uccisa nel 1997 a soli 22 anni mentre passeggiava è di un altro avviso rispetto al ministro Giannini. L’assunzione di Giovanni Scattone è per lei una “grande ingiustizia”. Intervistata da Repubblica ha aggiunto: “provo tanta rabbia”. “In questi anni, già altre volte questa brava persona ha avuto cattedre, come supplente, in istituti romani. Anche al Cavour, la scuola dove andava Marta: ma almeno in quell’occasione ha avuto il buon senso di lasciare l’incarico”. Secondo la mamma di Marta Russo “una persona colpevole di un omicidio non può fare l’educatore. Io non dico che non debba avere un lavoro, ma almeno non quello di trasmettere nozioni e valori a ragazzi. Quest’uomo in 18 anni non mi ha mai chiamato, nemmeno una volta, per chiedere scusa, perdono, a me e alla mia famiglia. Le sembra una persona riabilitata o che abbia capito il suo sbaglio?. A me no. Perché oggi Marta avrebbe 40 anni. E l’ultima volta che l’ho potuta abbracciare ne aveva 22”.

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