Canone Rai in bolletta con gli arretrati? “Di tutto, di più”

Pubblicato il 2 Febbraio 2016 alle 13:49 Autore: Riccardo Piazza
abolizione canone rai

Canone Rai in bolletta con gli arretrati? “Di tutto, di più”

Per adesso si tratta soltanto di una ipotesi, corroborata da alcune indiscrezioni a mezzo stampa, non smentita né dal governo né da viale Mazzini: eppure la chimerica ombra che ne nasce, è di quelle che fanno tremare i polsi del contribuente. Di cosa si tratta? Presto detto: secondo il quotidiano QuiFinanza, a partire dal prossimo luglio, unitamente alla riscossione del canone Rai sotto la nuova forma di balzello d’euro 100 suddiviso in dieci rate da 10 euro, all’interno del bolletta dell’energia elettrica, potrebbero arrivare anche gli avvisi di riscossione e pagamento riguardanti gli arretrati per gli eventuali anni precedenti di versamenti non effettuati. Proprio così: oltre all’imposta dovuta per l’anno 2016, la Rai potrebbe rifarsi anche delle annualità evase con una retroattività fiscale per un massimo di 10 anni.

Canone Rai: 10 anni (e forse qualcosa in più)

Vi è un confine sottile, sibillino che riguarda l’annosa lotta tra il fisco italiano, la percezione della corretta tassazione e la vera e propria vessazione d’imperio. Nel poderoso volume della storia tributaria italiana, il problema del canone Rai meriterebbe un capitolo a sé, con tanto di appendice e approfondimento critico e bibliografico di sezione. Da quando fu deciso di istituire una televisione proponente contenuti di Stato, ben più di dieci annualità fiscali fa, una programmazione pubblica, didatticamente trasversale e socialmente onnivora, non c’è mai stato sostanziale accordo sulla vera e propria natura del canone Rai. Quello che da luglio pagheremo direttamente all’interno della nostra bolletta dell’energia elettrica non sarà più una imposizione relativa alla trasmissione dei contenuti, come lo è stato ambiguamente per lungo tempo, ma una imposta, cosa ben diversa, legata al possesso dell’apparecchio televisivo.

canone rai

Canone Rai: i termini di legge attuali

Ciò che il fisco, non senza occhio di lince, presume nella riscossione del dovuto per il canone Rai di quest’anno è, per l’appunto, il possesso della televisione. Questa “presunzione indebita” lascia, di fatto, sulle spalle del contribuente l’onere di dimostrare il contrario. Si può fare con un esposto presso l’Agenzia delle entrate. Secondo la legge, il periodo di prescrizione riferibile ad una evasione di tutto ciò che deve essere pagato almeno una volta l’anno, corrisponde a cinque anni. Tuttavia la giurisprudenza attuale stabilisce, dando così al canone Rai l’essenza ultima di vera e propria tassa, che per l’importo dovuto agli studi di viale Mazzini, valga la lunga prescrizione già in vigore per tutte le altre imposte: dunque 10 anni. Ecco perché l’eventuale rivalsa di luglio non potrebbe spingersi oltre questo arco di tempo. Aggiungiamo infine che sugli eventuali accertamenti fiscali riguardanti i casi sospetti, da parte della Guardia di Finanza, può essere comminata una sanzione amministrativa di importo compreso tra 103,29 e 516,45 euro.

Tutto ciò solleva, in buona sostanza, forti dubbi circa il corretto trattamento riservato al contribuente per almeno una buona ragione di fondo: non è detto che il cittadino Servilio, negli ultimi dieci anni, abbia goduto del possesso di una televisione, magari l’ha acquistata soltanto recentemente. Ebbene Servilio, dovesse essere appurata la prospettiva di cui sopra per la riscossione del prossimo canone Rai, si ritroverebbe in quel di luglio una bolletta esorbitante, un procedimento sanzionatorio sulle spalle e l’onere della difesa sub iudice. In tutto questo, proprio in quel preciso istante, potrebbe anche avere la televisione accesa, ma su una rete concorrente che snocciola un interessante approfondimento di tre ore sull’importanza dell’idratazione estiva o che trasmette l’ennesima maratona pomeridiana di Peter Falk nelle vesti di Colombo.

Riccardo Piazza

L'autore: Riccardo Piazza

Nasce a Palermo nel 1987 e si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione presso l’Università del capoluogo siciliano nel 2010. Prosegue i suoi studi specialistici in Scienze filosofiche all’Università di Milano dove consegue il Diploma di laurea Magistrale nel 2013. Scrive per alcune riviste telematiche di letteratura e collabora, quale giornalista, per diverse testate d’informazione occupandosi di cronaca parlamentare, costume e società. Si dedica attivamente allo studio dell'economia e del pensiero politico contemporaneo ed è docente di storia e filosofia. Gestisce un blog: http://www.lindividuo.wordpress.com Su twitter è @Riccardo_Piazza
Tutti gli articoli di Riccardo Piazza →