5 cose da ricordare sulla legge elettorale

Pubblicato il 6 Dicembre 2016 alle 17:58 Autore: Guglielmo Sano
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5 cose da ricordare sulla legge elettorale

La vittoria del fronte dei contrari alla riforma costituzionale ha innescato una prevedibile serie di eventi. Innanzitutto, le dimissioni del premier, anche se attualmente “congelate” dal Presidente della Repubblica in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio. In seconda battuta, su un’altra questione il paese dovrà concentrarsi: la legge elettorale.

5 cose da ricordare sulla legge elettorale

1) In questo momento ci sono due leggi elettorali, una in vigore per la Camera, l’altra per il Senato. La prima è l’Italicum, la seconda il Consultellum. Stando alle posizioni ufficiali espresse dopo il referendum, solo M5S, Lega Nord e Fratelli D’Italia vogliono andare al voto con l’attuale sistema elettorale.

2) L’Italicum è una legge concepita per creare, in ogni circostanza, una maggioranza netta attraverso un “premio di maggioranza” concesso alla forza politica in grado di raggiungere il 40% o vincere un ballottaggio contro la seconda forza più votata. Al Senato, invece, c’è una versione del Porcellum rimaneggiata dalla Corte Costituzionale, appunto, il Consultellum. Quest’ultimo è un proporzionale quasi puro, quindi, in modo esattamente opposto all’Italicum, tende a restituire un’alta frammentazione del voto.

3) Cosa succederebbe se votassimo domani? Con tutta probabilità si avrebbe una camera in mano a Pd o M5S, attualmente i due maggiori partiti stando ai sondaggi, e un Senato “spezzettato” dove difficilmente si potrebbe formare una chiara maggioranza (a meno di un’improbabile alleanza Pd-M5S).

4) Potremmo non andare mai a votare con l’Italicum. La legge al momento su trova sotto esame da parte della Corte Costituzionale: potrebbe presentare ben 6 profili di incostituzionalità. I maggiori problemi sono legati alle liste parzialmente bloccate e al grosso premio di maggioranza assegnato dal ballottaggio. La Corte potrebbe esprimersi definitivamente a gennaio. Per molti, modificando il premio di maggioranza e altri aspetti, come quello dei “capilista bloccati”, potrebbe finire per trasformare anche la legge elettorale per la Camera in un proporzionale quasi puro (nessuna netta maggioranza).

5) Teoricamente, tutti i partiti italiani hanno intenzione di cambiare la legge per andare al voto nel 2017. Nonostante le parole pronunciate all’indomani della vittoria del No, ci sono forti timori riguardo l’ingovernabilità di un parlamento frammentato in 3-4 scaglioni. La discussione in merito alla nuova legge elettorale prende in esame diversi sistemi: A) “Greco”. La Grecia, oltre all’Italia, è l’unico paese occidentale con un sistema elettorale che prevede un premio di maggioranza. Nel nostro caso sarebbe più modesto di quello attuale, così evitare bocciature dalla corte costituzionale. B) “Tedesco”, Mattarellum e Mattarellum 2.0Per questioni di spazio, si intendono tutti i sistemi misti proporzionale-maggioritario. Il Mattarellum, è stato in vigore dal 1993 al 2005, assegna il 75% dei seggi per mezzo di collegi maggioritari e il 25% su criteri proporzionali. Il Mattarellum 2.0 è una versione aggiornata che prevede un premio di maggioranza.

BONUS TRACK) Potremmo avere davanti lunghi mesi di trattative parlamentari, con il Pd a giocare un ruolo fondamentale, in quanto partito di maggioranza relativa alla Camera e al Senato. Peseranno le considerazioni di tipo “tattico”, per esempio, Forza Italia nutre una tradizionale avversità per i sistemi con componente maggioritaria (in ogni singolo collegio, i candidati vanno allo scontro diretto, vince chi prende più voti) per via di uno scarso radicamento territoriale. Con questo sistema in molti collegi del nord l’alleanza con la Lega sarebbe obbligata. Al contrario, il Pd ha mostrato quasi sempre di preferire il sistema maggioritario.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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