La patata bollente del PD romano: tra crollo iscritti, buco di bilancio e scelte opache

Pubblicato il 4 Febbraio 2017 alle 10:52 Autore: Alessandro Faggiano
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La patata bollente del PD romano: tra crollo iscritti, buco di bilancio e scelte opache

Se il sindaco Raggi non se la sta passando benissimo, tra l’affare Marra e le polizze di Romeo, anche il PD di Roma – guidato attualmente da Matteo Orfini – si ritrova in una crisi nera. Lo scandalo di mafia capitale, che in primis colpì esponenti del PD con relazione più o meno diretta con gli ambienti della malavita, ha provocato una drastica riduzione del numero di affiliati. dagli oltre 16.000 del 2013, si è passati a sperare in un rinnovo di meno della metà.

PD romano: un buco da 3 milioni di euro e le sospette manovre di risanamento

Come riporta il Corriere della Sera, la federazione romana del PD avrebbe un buco di bilancio di circa tre milioni di euro. Una cifra estremamente alta che ha forzato il licenziamento di 12 dipendenti, quattro dei quali aspettano ancora la retribuzione di ben 14 mensilità. I problemi economici della federazione sembrano essere insanabili, nonostante il disperato tentativo di incrementare drasticamente il costo della tessera di partito (da 5 a 30 euro annuali) e la somma di 500 euro versata dagli eletti del PD in Parlamento.

Lo stesso rincaro dell’affiliazione è stato visto in maniera sospetta da una buona parte del PD romano. Per i giovani, infatti, il prezzo rimane lo stesso ed estremamente accessibile. Proprio i giovani democratici costituiscono il maggior apporto di voti alla corrente dei giovani turchi, capeggiata da Matteo Orfini. In prospettiva del congresso romano, da celebrare il 27 marzo, il drastico aumento differenziato del costo della tessera può essere vista come una manovra per avere la maggioranza in Congresso e proporre le sue nomine, partendo da una posizione di maggior potere.

PD romano: leadership di Orfini troppo individualista?

Il presidente del Partito Democratico, nonché commissario del PD romano, viene tacciato da una corrente minoritaria – sempre stando al racconto del Corriere – di eccessivo individualismo nel suo stile di leadership. La chiusura improvvisa di decine di circoli e il taglio al personale (anche “storico”) sono state decise in buona parte dallo stesso Orfini, senza interloquire con la base della federazione romana. Il presidente del Partito Democratico riafferma l’urgenza delle manovre per poter risanare un bilancio sempre più in rosso ed entrate sempre più esigue. Tuttavia, le proteste non si placano. Per Orfini, il Partito Democratico romano sembra essere solo un peso (morto) innecessario, del quale sbarazzarsi quanto prima – lasciando la carica più alta della federazione a un uomo di fiducia -.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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