Francia, sondaggio choc: Marine Le Pen in testa alle presidenziali

Pubblicato il 3 Agosto 2014 alle 10:39 Autore: Niccolò Inches

Da Parigi – Marine Le Pen in testa, tallonata da Nicolas Sarkozy con François Hollande solo terzo. Questo è l’esito-choc (ma non troppo) del sondaggio condotto dall’istituto statistico francese IFOP, commissionato dal settimanale “Marianne”.

Su un campione di circa mille iscritti alle liste elettorali, il 27% degli intervistati dichiara l’intenzione di sostenere la leader di estrema destra del Front National ad un ipotetico primo turno delle Elezioni Presidenziali, se queste dovessero aver luogo in questo momento. Un risultato, pur virtuale, che lancia ulteriormente una destra radicale già galvanizzata dall’exploit delle ultime Europee (primo partito di Francia con il 25,5%), in concomitanza con una débacle complessiva della Sinistra d’Oltralpe: al di là del mediocre 17% del Partito Socialista, che vedrebbe così dilapidato il patrimonio di consenso accumulato tra il 2011 e il 2012, la galassia di tutti i soggetti anti-capitalisti ed ecologisti non andrebbe oltre il 16%. Restano stabili, invece, i centristi di François Bayrou (13%).

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Phoyo by Rémi NoyonCC BY 2.0

Il ciclone Marine Le Pen ‘travolge’ in maniera trasversale tutte le classi sociali, sfondando tra lavoratori dipendenti e operai (40%) e aumentando consensi tra gli under35 (27%) e le donne (24, mentre il leader storico Jean-Marie si era sempre fermato al 15). Resta incolmabile, però, il divario tra il voto provinciale e quello della Capitale: se nelle campagne e nei piccoli centri il movimento ‘Bleu Marine’ si attesta al 30-32%, nell’agglomerato urbano di Parigi la pasionaria populista raccoglie solo il 10% delle preferenze. Evidentemente, però, questo non basterà a frenare il grido d’allarme che sta già risuonando in seno all’opinione pubblica francese.

‘Peggio del 21 Aprile’, titola sempre Marianne, rivista di orientamento progressista. Una data che, dal punto di vista politico, rappresenta una sorta di 11 Settembre francese: proprio in quel giorno del 2002, in occasione del primo turno delle Presidenziali, l’Esagono conobbe un primo grande trauma con l’avanzata del Front National, allora guidato dal vecchio Jean-Marie Le Pen. L’ex paracadutista durante la Guerra d’Algeria superò di un’incollatura il Primo Ministro uscente socialista Lionel Jospin (16,86% contro 16,18), salvo poi soccombere al ballottaggio al cospetto del candidato della Destra repubblicana Jacques Chirac con uno scarto di 65 punti percentuali. La mobilitazione formatasi all’indomani del primo turno, una sorta di “Union Sacrée” in chiave anti-Le Pen, fu decisiva per la conferma del gollista all’Eliseo, votato in massa anche dal popolo della Gauche.

Mancano ancora tre anni al 2017, anno del prossimo appuntamento per la scelta del Capo dello Stato, ma il rischio di una Marine Le Pen ‘presidenziabile’ non è mai stato così realistico come in questa fase. Il sondaggio IFOP-Marianne testimonia come la rampolla dell’estrema destra transalpina venga accreditata dalla maggioranza relativa, seguita dalla destra moderata dell’ex presidente Sarkozy, fermo al 25%. Il PS finirebbe dunque terzo come nel 2002, sia in caso di ricandidatura di Hollande (messa in discussione addirittura nel suo stesso partito, fatto inedito per la V° Repubblica francese) che nell’eventualità di un’opzione Manuel Valls. L’attuale Primo Ministro, come evidenziato dal direttore del ‘Pole Opinion’ presso l’IFOP Jerome Fourquet, “ha sei mesi per mettersi in luce nel governo, altrimenti il suo destino sarà identico a quello di Hollande”. Il fattore logoramento sembra già tagliare fuori dalla corsa alla leadership Arnaud Montebourg: l’esponente della sinistra PS, campione delle nazionalizzazioni e del made in France, racimolerebbe solo il 10% in caso di candidatura personale all’Eliseo, superato persino dal “concorrente” alter-mondialista Jean-Luc Mélenchon (Front de Gauche-Partito Comunista).

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Photo by European People’s PartyCC BY 2.0

In generale, dalle parti di Rue Solférino si tende a riconoscere il carattere ‘Strutturale’ della crisi progressista, e che la stessa vittoria di Hollande due anni fa (primo  socialista all’Eliseo dopo François Mitterand) altro non era che l’effetto della disaffezione nei confronti dell’operato di Nicolas Sarkozy. “Il PS rischia di fare la fine della SFIO (antenato del partito socialista scioltosi nel 1969, ndr)”, ammonisce l’attuale primo segretario del partito Jean-Christophe Cambadélis, che di fatto ripropone lo spettro evocato da Valls in tempi recenti (“La Sinistra potrebbe morire).

A suggellare l’emorragia Repubblicana ci pensa lo smarrimento progressivo della destra UMP, scottata dal nodo della leadership e dai guai giudiziari che hanno coinvolto l’ex reggente Jean-François Copé, ma soprattutto lo stesso Sarkozy. Malgrado l’inchiesta a suo carico per corruzione attiva e violazione del segreto istruttorio, senza contare un suo probabile coinvolgimento nella vicenda delle fatture gonfiate per la campagna del 2012,  il “revival” sarkozysta resta la pista più calda in vista del 2017, come dimostrato anche dai recenti sondaggi condotti tra i simpatizzanti UMP (il 55% degli interpellati lo reputa ancora l’uomo giusto per il ritorno della destra al vertice dello Stato). Una prospettiva che, tuttavia, non trova unanimi i rappresentanti del suo stesso partito, divisi tra fedelissimi (Henri Guaino, Brice Hortefeux e Nadine Morano) e fautori delle Primarie cittadine (François Fillon, Bernard Debré, Xavier Bertrand), con la questione dell’alleanza con Bayrou costantemente (manco a dirlo) al centro della contesa.

Immagine in evidenza: photo by Blandine le CainCC BY 2.0

L'autore: Niccolò Inches

Laureato in Scienze Politiche, ho frequentato il Master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la S.I.O.I di Roma. Scrivo per Termometro Politico da Parigi, con un occhio (e anche l'altro) sulla politica dei cugini d'Oltralpe. Su Twitter sono @niccolink
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