I consigli del Termometro per gestire una newsletter sotto elezioni

Pubblicato il 11 Luglio 2012 alle 18:18 Autore: Andrea Boscaro
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I consigli del Termometro per gestire una newsletter sotto elezioni

 

 

Forse un giorno chi dovrà occuparsi di campagne elettorali potrà fare a meno della raccolta di indirizzi mail, della gestione dell’indirizzario e soprattutto di controllare e ottimizzare i tassi di apertura e risposta della mailing list: negli Stati Uniti l’attenzione verso le newsletter, politiche e non, soffre di un calo inesorabile e alcuni college hanno addirittura smesso di dare i propri indirizzi di posta elettronica a favore di contatti attraverso i social media. Oggi pero’ la mailing list è ancora uno strumento, forse il più trasversale fra quelli digitali e quindi va considerato ed usato al meglio.

In particolare un database di indirizzi non e’ un elemento statico, ma va costantemente manutenuto per evitare di essere percepiti come spammer dai filtri anti-spam delle webmail. Ecco quindi che occorre:

– deduplicare gli indirizzi per evitare che un utente venga sommerso dalla stessa comunicazione: se il messaggio può in generale interessare, un suo bis può risultare molesto;
– mettere “in quarantena” gli indirizzi che generano un messaggio di casella di posta piena o non più attiva. Se questo problema si ripeterà una seconda volta, allora è opportuno cancellare l’indirizzo: i filtri antispam infatti interpretano questi invii “massivi” come rivelatori di un comportamento fraudolento da parte del mittente;
– inviare messaggi davvero pertinenti per il destinatario per evitare che – e in Italia così fanno il 40% degli utenti – questi lo inviino direttamente nel casella dello spam creando il rischio che anche gli altri iscritti alla newsletter non vedano più le successive newsletter.

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Proprio per quest’ultimo motivo occorre che a ricevere le nostre newsletter siano utenti veramente consapevoli e non soggetti che, in occasione di iniziative online e non, abbiano lasciato il proprio indirizzo di posta elettronica.

Nel dubbio, la cosa migliore è “qualificare” il database degli indirizzi ovvero inviare una o più comunicazioni nelle quali si chieda agli utenti a cosa sono veramente interessati e con quale frequenza siano disposti a ricevere le nostre informazioni: un database profilato, che si basi sugli effettivi interessi degli utenti e sulle loro propensioni è quanto di più utile per mobilitare il nostro seguito ed attivarlo al voto o, più in generale, ad una partecipazione attiva alla nostra proposta politica.

L'autore: Andrea Boscaro

Fondatore del think tank dedicato al marketing digitale The Vortex e già Amministratore Delegato di Become (la ex Pangora), Andrea Boscaro si è laureato con lode all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Scienze Politiche. Durante il suo anno di Erasmus in Gran Bretagna, ha fin dagli anni '90 potuto comprendere quanto Internet possa rappresentare una rivoluzione nella società e nel mercato. Dopo una breve esperienza in Omnitel 2000, ha lavorato per 4 anni come business development manager in Lycos Italia gestendo accordi tesi ad arricchire il portale sia dal punto di vista editoriale che delle linee di ricavo. Dall'aprile del 2004 si è occupato di Pangora (poi entrata nel gruppo americano Become) estendendone le partnership, la notorietà ed il volume d'affari. Andrea Boscaro è inoltre utore del volume "Tecniche di web-marketing" edito da Franco Angeli
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