Internet per la politica un mezzo e non un fine

Pubblicato il 15 Aprile 2013 alle 10:20 Autore: Andrea Boscaro

Internet e la politica. Sembrano passati secoli – eppure sono mesi – da quando ci si interrogava sul ruolo che la Rete potesse avere per politica, durante le campagne elettorali e nella vita quotidiana delle istituzioni: articoli, convegni, servizi tutt’al più si riferivano alle iniziative di Barack Obama o citavano distrattamente i primi timidi tentativi degli innovatori italiani.

È bastata una tornata elettorale ed oggi siamo già al day after. Le consultazioni trasmesse via streaming tra Pierluigi Bersani e i capigruppo del Movimento 5 Stelle, la non semplice gestione delle “Quirinarie” online hanno già portato a guardare alla Rete come una bolla di sapone, come uno strumento di moda, ma in fin dei conti non serio, che deve, al momento delle decisioni, lasciare il posto alle forme tradizionali di confronto: ai caminetti o alle stanze dei bottoni.

Geoff Mulgan, in un incontro a Milano, ha recentemente messo in guardia dalla facile retorica del crowdsourcing e i più avvertiti fra i politici, come Fabrizio Barca, riconoscono in pieno il ruolo della Rete come leva di ascolto e confronto, che non sostituisce, ma supporta e verifica la bontà delle altre fasi del processo democratico.

In realtà, i media digitali – per la politica ed anche per il business – non sono un porto sicuro a cui attraccare, ma una barca, spesso insicura, su cui salpare in mare aperto. Internet è un mezzo di comunicazione, ed ancor più di partecipazione, complesso e legato a moltissime variabili culturali e tecnologiche, che richiede di essere concepito come un mezzo e non come un fine. Il rischio è chiudersi alle sue opportunità o farsi travolgere dalle criticità che esso amplifica.

Recentemente Giovanni Floris ha affermato che il mondo contemporaneo è in un vortice di tale cambiamento che ciò che conta in un leader non è dato dai suoi programmi che non potranno rispondere alle domande sempre mutevoli che emergeranno nè dalla possibilità di controllarlo costantemente in streaming, ma dai valori e dalla fiducia che saprà ottenere per la sua storia e la sua visione.

Se imparareremo, nelle nostre vite e nella politica, a pensare non a Internet, ma alla politica e al Paese, impareremo a volere più bene. A Internet e alla nostra democrazia.

L'autore: Andrea Boscaro

Fondatore del think tank dedicato al marketing digitale The Vortex e già Amministratore Delegato di Become (la ex Pangora), Andrea Boscaro si è laureato con lode all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Scienze Politiche. Durante il suo anno di Erasmus in Gran Bretagna, ha fin dagli anni '90 potuto comprendere quanto Internet possa rappresentare una rivoluzione nella società e nel mercato. Dopo una breve esperienza in Omnitel 2000, ha lavorato per 4 anni come business development manager in Lycos Italia gestendo accordi tesi ad arricchire il portale sia dal punto di vista editoriale che delle linee di ricavo. Dall'aprile del 2004 si è occupato di Pangora (poi entrata nel gruppo americano Become) estendendone le partnership, la notorietà ed il volume d'affari. Andrea Boscaro è inoltre utore del volume "Tecniche di web-marketing" edito da Franco Angeli
Tutti gli articoli di Andrea Boscaro →