Giudice Esposito: due istruttorie aperte al Csm

Pubblicato il 6 Settembre 2013 alle 13:29 Autore: Redazione

Come era prevedibile, non è rimasta senza strascichi disciplinari l’intervista pubblicata il 6 agosto dal Mattino al giudice Antonio Esposito, presidente della Sezione feriale della Corte di Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi in via definitiva per il processo legato ai diritti tv Mediaset.

Il Consiglio superiore della magistratura, infatti, ha avviato all’interno della sua prima Commissione (quella competente sui trasferimenti per incompatibilità) un’istruttoria, decidendo di chiedere al Procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, informazioni sul procedimento disciplinare nei confronti di Esposito e di acquisire la relazione del presidente della Corte, Giorgio Santacroce.

A chiedere l’avvio dell’azione, tre membri laici indicati dal Pdl (Bartolomeo Romano, Filiberto Palumbo e Nicolò Zanon), sulla base dell’intervista arrivata cinque giorni dopo la condanna a Berlusconi: intervista che, secondo loro, in alcuni passaggi anticipava le motivazioni della sentenza (un malloppo di oltre 200 pagine, reso noto solo il 28 agosto) e sembrava sostenere che la condanna dipendesse dal fatto che Berlusconi era a conoscenza della frode fiscale. L’intervista, come è noto, ha creato anche rumorose polemiche politiche, soprattutto da  parte di esponenti del centrodestra che hanno duramente criticato le parole di Esposito.

condanna confermata berlusconi

La stessa commissione (presieduta da Annibale Marini, già presidente della Corte costituzionale e candidato dal centrodestra alla vicepresidenza del Csm prima dell’elezione di Michele Vietti), peraltro, ha aperto anche un’altra istruttoria, stavolta su richiesta del giudice Esposito, per alcuni articoli pubblicati da varie testate (in particolare dal Giornale) che lui ha ritenuto lesivi di sé e della magistratura. Come è noto, Esposito ha sostenuto che l’intervista è stata “manipolata”, dichiarando di aver approvato un testo definitivo diverso da quello pubblicato.

Sul procedimento di trasferimento d’ufficio, se non sarà archiviato, voterà prima la commissione e poi il plenum del Csm; prosegue in modo indipendente l’istruttoria della Procura generale della Cassazione, che al momento non ha visto l’avvio dell’azione disciplinare.

Gabriele Maestri

L'autore: Redazione

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