Alemanno all’attacco dell’euro

Pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 15:06 Autore: Antonio Scafati

L’Italia può uscire dall’euro, l’Italia deve uscire dall’euro se non cambiano le regole all’interno dell’Unione europea”. L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno lancia una petizione per impegnare il governo a chiedere una revisione delle regole comunitarie. Altrimenti, sostiene, meglio abbandonare la moneta unica.

“Dobbiamo porre una trattativa in termini chiari” dichiara Alemanno, promotore del Movimento Prima l’Italia e attivo in Officina per l’Italia, il cantiere lanciato da Giorgia Meloni per la ricostruzione del centrodestra: “o l’Italia ottiene una revisione delle regole europee o deve uscire dall’euro, deve affrontare questa realtà, magari anche in maniera concordata con gli altri stati, ma deve affrontare questa grande sfida”.

Gianno Alemanno

Gianno Alemanno

Già a fine estate Alemanno aveva messo nel mirino l’euro e le sue regole. Per l’ex sindaco di Roma questa battaglia va combattuta non nei prossimi anni, ma nei prossimi mesi.

L’Italia assumerà la presidenza dell’Unione europea nella seconda metà del 2014, ed entro l’anno prossimo le norme che regolano la vita economica e finanziaria nel Vecchio continente vanno riscritte, dice Alemanno: “È un atto di coraggio, lo dobbiamo a noi stessi ma lo dobbiamo soprattutto ai nostri figli”.

“Ecco perché abbiamo lanciato una petizione che chiede al parlamento italiano di impegnare il governo rispetto a una serie di revisioni” spiega Alemanno, secondo il quale occorre rivedere il fiscal compact, modificare il funzionamento del fondo salva-stati (che, dice “deve essere utilizzato per finanziare le imprese e le famiglie e non le banche, comprese le banche italiane”), rivedere le quote di partecipazione che l’Italia trasferisce a Bruxelles, ridefinire ruolo e obiettivi della Banca Centrale Europea, che per Alemanno “deve aiutare lo sviluppo, deve essere la realtà che ci protegge dalla speculazione internazionale, e non quella che provoca con lo spread la speculazione internazionale”.

La petizione, indirizzata alla Camera dei Deputati e all’Europarlamento, potrà essere firmata presso i banchetti allestiti da Prima l’Italia e nel giro di poco tempo anche online.

euro

Alemanno sciorina i suoi dati. Dal 2005 la disoccupazione è sempre e solo salita, dice. Il reddito è calato rispetto alla media europea da quando Roma è entrata nell’euro, aggiunge, e una moneta forte finisce per colpire negativamente turismo e commercio estero. “Come speriamo di uscire dalla recessione in queste condizioni?” chiede.

Di più: per l’ex primo cittadino della Capitale, abbandonare la moneta unica non comporterebbe gli effetti negativi che molti economisti suggeriscono. “Quando si parla dell’euro e dell’uscita dall’euro si fanno previsioni catastrofiche” dice Alemanno, che invece la vede in maniera completamente diversa: “in realtà”, dice, “l’Italia  potrebbe avere un vantaggio economico dall’uscita dall’euro: rispetto alle attuali condizioni il nostro Pil aumenterebbe mentre rimanendo nell’euro continua drammaticamente a diminuire. Non usciamo dalla recessione rimanendo nell’euro con queste regole”.

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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