Disoccupati assaltano la sede del Pd

Pubblicato il 3 Dicembre 2013 alle 17:53 Autore: Gabriele Maestri
Disoccupati assaltano la sede del Pd

Disoccupati assaltano la sede del Pd

Sede nazionale del Pd di nuovo presa di mira. Qualche settimana fa furono gli antagonisti staccatisi dal corteo dei No Tav, oggi ci ha pensato un gruppo nutrito di disoccupati napoletani che avrebbero dovuto partecipare a un incontro al Ministero del Lavoro. Oltre che alla sede di Sant’Andrea delle Fratte, i disoccupati hanno manifestano anche presso la fontana di Trevi, stavolta in modo più pacifico, limitandosi a esporre striscioni sul monumento per ore.

A quanto si sa, a compiere l’assalto sono stati gli appartenenti a gruppi noti come Edn (Euro Disoccupati Napoletani) e Gruppo Bros, circa 3mila nel capoluogo partenopeo: si tratta di persone che per molti anni hanno ottenuto circa 500 euro mensili di accompagnamento al lavoro, in cambio della frequenza di corsi regionali sul ciclo dei rifiuti, sulla raccolta differenziata e la bonifica delle coste. Dall’insediamento della giunta Caldoro, tuttavia, nessuno di loro riceve più denaro né è stato concretamente avviato al lavoro per cui è stato formato.

Disoccupati assaltano la sede del Pd

La notizia dell’annullamento dell’incontro al Ministero del lavoro ha scatenato la reazione di una parte dei manifestanti arrivati a Roma: loro, assieme ad altri disoccupati, hanno raggiunto la sede del Pd al Nazareno e hanno fatto irruzione. La polizia però è intervenuta subito, così si è creato uno scontro, durante il quale uno degli uscieri è stato preso a calci e pugni, mentre un suo collega è finito spintonato. I violenti hanno cercato di raggiungere i piani superiori degli uffici, ma sono stati bloccati: rimasti di fatto rimasti chiusi all’interno dell’edificio, i disoccupati dell’irruzione sono stati identificati e portati in commissariato.

In seguito una buona parte dei manifestanti ha raggiunto il quartiere Prati, arrivando in via Fornovo alla sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: hanno trovato un’area altrettanto blindata, con tanto di elicotteri che la sorvolavano. Se lì non è accaduto nulla, c’è stata molta paura alla sede del Pd: “Non esistono buone ragioni per la violenza – ha fatto sapere l’ufficio comunicazione via twitter -. Condanniamo con forza l’aggressione alla sede del Pd e pretendiamo rispetto per chi ci lavora“.

Chi si trovava all’interno dell’edificio ha vissuto “minuti lunghissimi”, con la sgradevole impressione che l’assalto sia stato qualcosa di meditato e praticamente organizzato: “La sensazione – hanno fatto sapere – è che i manifestanti individuassero nel nostro partito il governo. Non essendo stati ricevuti al ministero del Lavoro hanno pensato di irrompere qui».

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →