In sette anni poveri raddoppiati

Pubblicato il 30 Dicembre 2013 alle 15:03 Autore: Alessandro Genovesi

In sette anni poveri raddoppiati

In poco più di 7 anni, tra l’inizio del 2005 e la fine del 2012, il numero dei poveri presenti in Italia è cresciuto in maniera esponenziale fino a raddoppiare. È quanto emerge dal Rapporto sulla coesione sociale di Istat, Inps e Ministero del Lavoro, secondo cui l’anno scorso la povertà era una realtà per il 12,7% delle famiglie residenti in Italia e per il 15,8% degli individui.

Dati in crescita rispetto al 2011, sia per le famiglie (+1,6 punti), che per gli individui (+2,2 punti) e in vera e propria impennata rispetto al 2005, quando il numero degli indigenti era la metà su scala nazionale e addirittura un terzo nel nord (2,3% contro l’attuale 6,5%).

Ad essere colpite dalla crisi sono soprattutto le famiglie numerose con figli, soprattutto se di minore età, residenti nel Mezzogiorno e per le famiglie con membri aggregati, in cui convivono più generazioni. Fra queste ultime una famiglia su tre è relativamente povera e una su cinque lo è in senso assoluto.

poveri

I dati sono impressionanti anche per quanto riguarda i pensionati e gli anziani: quasi un pensionato su due (46,3%) ha percepito nel 2012 un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 38,6% ne percepiva uno fra mille e duemila euro, solo il 15,1% dei pensionati aveva un reddito superiore a duemila euro. Dal 2010 al 2012 il numero di pensionati è diminuito mediamente dello 0,68%, mentre l’importo annuo medio è aumentato del 5,4%. A fine 2012 i pensionati erano 16 milioni 594mila; di questi, il 75% percepiva solo pensioni di tipo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (Ivs), il restante 25% riceve pensioni di tipo indennitario e assistenziale, eventualmente cumulate con pensioni Ivs.

Ad aggravare una situazione già di per sé molto critica, c’è anche l’aspetto salariale, letteralmente bombardato dalla crisi economica e dalla pressione fiscale: lo stipendio netto è aumentato di soli 4 euro fra il 2011 e il 2012 per gli italiani, mentre è addirittura sceso di 18 euro per gli stranieri che lavorano in Italia, il valore più basso dal 2008. Nel 2012 la retribuzione mensile netta si è assestata intorno ai 1.304 euro per i lavoratori italiani e di 968 euro per gli stranieri (cifre che ci collocano agli ultimi posti dell’Unione europea).

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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