Caso SIAE, chi sarà il nuovo Presidente?

Pubblicato il 27 Febbraio 2015 alle 17:47 Autore: Guido Scorza
siae

Gino Paoli ha lasciato la Presidenza della SIAE e, a quanto è dato capire – nonostante la consueta approssimazione e mancanza di trasparenza – anche il Consiglio di gestione della Società.

Un atto probabilmente non scontato davanti alla brutta storia di evasione fiscale della quale la Procura della Repubblica di Genova ipotizza sia stato protagonista ma, comunque, un atto dovuto soprattutto in considerazione delle relazioni milionarie esistenti tra la SIAE e l’Agenzia delle Entrate che, ogni anno, versa alla prima circa 30 milioni di euro a titolo di compensi per servizi in concessione svolti per suo conto.

All’indomani delle dimissioni di Paoli, tuttavia, in SIAE – e fuori dalla SIAE – si è aperto un acceso dibattito per la successione.

Un dibattito nel quale non c’è protagonista che non sia pronto a definirsi “successore naturale” di Paoli alla guida della società e naturale continuatore dell’azione – per la verità assai più blanda di quanto non si lasci intendere – di riforma della Società avviata dall’ormai ex Presidente.

Basta leggere tra le righe dei comunicati stampa rimbalzati da più parti nelle ultime 48 ore per toccare con mano il livello di tensione del dibattito in corso.

“Il Consiglio Direttivo della Federazione Editori  Musicali e  Anem, Associazione Nazionale Editori Musicali,  apprendono con profondo rammarico la decisione del Presidente Paoli di rassegnare le proprie irrevocabili dimissioni”, si legge sul sito della Federazione nella cui lista Gino Paoli è arrivato alla Presidenza della SIAE.

Parole alle quali fanno eco quelle di una lunga serie di associazioni di categoria che rappresentano una parte importante della base associativa della SIAE: “L’auspicio è che il Consiglio  di Sorveglianza continui a riconoscere la centralità dell’Autore all’interno della filiera creativa, designando quale nuovo Presidente della SIAE una figura unanimemente condivisa che possa farsi garante di quella unità, efficienza e trasparenza di cui la nostra Società ha estremamente bisogno in questo momento.”.

Parole tanto chiare da non rendere necessaria un’interpretazione: l’auspicio è che il nuovo Presidente possa essere un autore o, almeno, un personaggio vicino al mondo degli autori e “schierato” dalla loro parte.

E sono ancora più diretti gli auspici di AudioCoop – Coordinamento tra le Etichette Discografiche Indipendenti, con AIA – Associazione Italiana Artisti e Rete dei Festival – Rete Italiana tra i Festival per Emergenti: “Ci auguriamo – scrivono nel loro comunicato stampa – che questa sia per tutti l’occasione di un ripensamento e di una riflessione per una Siae sempre più rinnovata, dinamica, attiva e al passo con gli attuali tempi di cambiamento e le nuove generazioni, grazie anche ai nostri continui e ripetuti stimoli e soprattutto alla scelta del Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini di aprire nuova stagione di riforme che coinvolga anche spettacolo, musica dal vivo e diritto d’autore. A tale proposito, nel quadro di un rinnovamento anche generazionale, capace di guardare al futuro del mercato e improntato alla massima valorizzazione del ‘Made in Italy’, serve certamente una figura autorevole e dialogante, proveniente dal mondo degli Autori. In alternativa una persona esterna comunque esperta di un settore così particolare, vicina alle giovani generazioni sia per dati anagrafici che per percorso professionale, supportato magari da un gruppo di lavoro attento ai nuovi e molteplici percorsi del diritto d’autore e alle sue strette connessioni con il digitale, indispensabile in un prossimo futuro per una società di collecting capace di essere motore e sviluppo di cultura e al contempo leader nel mercato globale”.

Un altro identikit, ancora una volta di un persona che provenga dal mondo degli autori o dall’esterno ma giovane, competente e “dialogante”.

Il miglior nuovo presidente possibile ed il più velocemente possibile è, invece,l’auspicio della Deputata PD, Francesca Bonomo – da tempo sulla breccia nel tentativo di dipanare la complicata matassa della riforma del diritto d’autore e del mercato dell’intermediazione dei diritti – che si augura: “che si riesca ad individuare velocemente un nuovo presidente evitando il commissariamento della Società. In un momento come questo nel quale, grazie ai nostri ripetuti stimoli e soprattutto alla scelta del ministro della Cultura Dario Franceschini di aprire nuova stagione di riforme che coinvolgerà anche lo spettacolo, la musica dal vivo ed il diritto d’autore sono elementi fondamentali; è dunque indispensabile che la Siae sia politicamente rappresentata e nel pieno delle sue funzioni”.

Ma al di là degli auspici di ognuno cosa accadrà nelle prossime ore in SIAE e quali sono gli scenari concreti, sul tavolo?

Per capirlo basta leggere lo Statuto della Società sebbene, sul punto – difficile dire se per caso o per intenzionale volontà dei suoi estensori – sia tutt’altro che chiaro e cristallino.

Cominciamo con il dire che il Consiglio di Gestione della società dovrebbe essere integrato del membro mancante – se, effettivamente Gino Paoli si è dimesso anche da tale carica come sembra lecito ritenere – e che a ciò lo Statuto prevede si proceda per cooptazione, tenendo conto “prioritariamente…della eventuale presenza, nella lista da cui era stato tratto al momento delle elezioni il consigliere cessato dalla carica, di altri candidati tuttora con i requisiti per divenire componenti del consiglio di gestione”.

Tanto dovrebbe avvenire – sempre a leggere lo Statuto – “alla prima riunione utile” che, tuttavia, lo Statuto si guarda bene dallo stabilire quanto urgentemente debba essere convocata.

La designazione del nuovo Presidente – che verrà poi nominato con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro dell’economia – tocca, invece, al Consiglio di Sorveglianza che deve procedervi “a maggioranza relativa dei voti”.

Il nuovo Presidente, tuttavia – a leggere lo Statuto – non può che essere nominato tra i membri del Consiglio di Gestione in carica con la conseguenza che il cerchio dei candidati si restringe sensibilmente a cinque persone, quattro delle quali hanno già un nome ed un cognome, con buona pace di alcuni degli auspici riassunti in taluni dei comunicati stampa delle diverse associazioni di categoria.

Il nuovo Presidente della SIAE sarà Filippo Sugar – editore musicale, patron della Sugar Music ed ex presidente della FEM, la federazione alla quale sono associate alcune delle più grandi multinazionali della musica -, l’Avv. Domenico Luca Scordino – già sub-commissario della SIAE e principale artefice della trasformazione statutaria alla base della c.d. nuova SIAE -, Federico monti Arduini – il Guardiano del faro di un tempo, autore di successo anche se frattanto diventato grande editore con la sua Caffè concerto che rappresenta, tra le tante, anche grosse multinazionali dell’audiovisivo – o Biagio Proietti, autore televisivo di successo tra gli anni ’70 e ’80.

E’ tra questi nomi che il Consiglio di Sorveglianza dovrà designare il nuovo Presidente.

Certo, in teoria, il nuovo Presidente potrebbe anche essere il membro del Consiglio di gestione che verrà cooptato nei prossimi giorni ma sembra difficile che sia proprio l’ultimo arrivato a salire sullo scranno più alto.

Sono, dunque, poche, anzi pochissime, le speranze che il nuovo Presidente della SIAE sia un autore italiano capace davvero di capire, interpretare e rappresentare le istanze delle decine di migliaia di autori piccoli e medi iscritti alla società e che ogni anno le versano oltre dieci milioni di euro con l’auspicio che quest’ultima faccia davvero i loro interessi e non solo quelli dei grandi editori o della manciata di autori di successo.

Un editore – specie se “grande amico” delle multinazionali straniere del copyright – alla guida di una SIAE che il nuovo Statuto già consegna nelle mani dei più ricchi sarebbe uno scenario grave, allarmante ed insostenibile anche se analoghe perplessità solleverebbe l’idea di affidare la Presidenza ad avvocato che è già stato subcommissario della società e ne ha scritto il nuovo “statuto dei ricchi”.

La scelta è di quelle delicate sulle quali è indispensabile massima trasparenza e grande partecipazione – almeno in termini di vigilanza – da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali.

Non si può e non si deve permettere che la Società italiana autori ed editori – cui peraltro il nostro ordinamento continua anacronisticamente a riconoscere una posizione di straordinario privilegio sul mercato – finisca con il rappresentare un avamposto dei giganti della musica di oltreoceano in Italia o, forse peggio, un prefettura di grandi editori già troppo potenti ed egemoni nei rapporti con gli autori che rappresentano la vera fucina della creatività da tutelare.