La Germania “abdica”: salve le OMT, l’Europa può continuare a respirare

Pubblicato il 10 Febbraio 2014 alle 14:27 Autore: Giovanni De Mizio

Settimana con tentativi di recupero sui mercati finanziamenti topo i pesanti ribassi delle scorse settimane: nonostante novità non troppo entusiasmanti il sentiment non sembra essere mutato, e per questo la correzione, per quanto violenta, potrebbe essere vista semplicemente come una possibilità di acquistare a prezzi più bassi in attesa che il trend riprenda. Come sempre in questi casi resta fondamentale fare un invito alla cautela.

In Europa la notizia più importante della settimana è stata la sentenza della Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe, che ha deciso di investire la Corte di giustizia dell’Unione europea del Lussemburgo della questione OMT. Si tratta di un programma ideato dalla Banca centrale europea, la quale inizierebbe ad acquistare sul mercato titoli di Stato di un paese in difficoltà, benché dietro condizionalità, ovvero nel caso in cui tale paese si impegni a fare i compiti a casa. In pratica un bazooka puntato sugli investitori per evitare il ripetersi della crisi del 2011.

Si tratta di una decisione che allunga i tempi di 1 o 2 anni, permettendo così alla Banca centrale europea di tenere puntato il bazooka nei confronti di mercati che potrebbero diventare velocemente nervosi, considerando anche che difficilmente un’altra istituzione Europea darà torto ad una “collega”.

Restano comunque da affrontare i problemi più impellenti nell’area euro (almeno dal punto di vista della Banca centrale), ovvero la bassa inflazione, la frammentazione del sistema finanziario e il mercato del credito sostanzialmente congelato. In questo campo forse Mario Draghi potrebbe cominciare a contare su un ammorbidimento delle posizioni della Bundesbank (che potrebbe avere anche deciso di limitare anche per questo le pressioni sulla Corte Costituzionale che avrebbe avuto la possibilità di bloccare la partecipazione della banca centrale tedesca al programma OMT).

Fra le opzioni si riaffaccia ancora la possibilità che la Banca centrale europea tenti di resuscitare il mercato degli asset-backed securities acquistando pacchetti di prestiti e mutui dalle banche commerciali sperando così di riattivare il circuito del credito. Il problema è che il mercato degli ABS risulta essere sviluppato soprattutto nei paesi settentrionali, quindi la misura potrebbe beneficiare solo marginalmente i paesi più in difficoltà.

La domanda resta la stessa: non sarà comunque troppo poco, troppo tardi? Sui mercati si stanno rifacendo forti molti possibili ostacoli alla ripresa globale, a partire dalle già note difficoltà dei mercati emergenti, cui potrebbe aggiungersi il ritorno dello hard landing cinese, fino ai problemi dei paesi sviluppati, a cominciare dal tetto alla debito degli Stati Uniti che crederà sempre più tensione man mano che ci si avvicina alla scadenza di fine mese indicata dal titolare del Tesoro Jack Lee, fino alle incertezze collegate al programma di politica economica del primo ministro giapponese Shinzo Abe che, nonostante sembri essere riuscito a riportare il paese all’inflazione, potrebbe stare creando problemi in altre sezioni dell’economia.

Francoforte attende, mentre Bruxelles latita, e, anche con le elezioni alle porte, sarebbe necessario intervenire per tempo e non, come al solito, solo in condizioni di conclamata emergenza.

La settimana comincia con la produzione industriale italiana la cui crescita verrà resa nota lunedì: si attende una crescita dello 0,2 per cento su base mensile e dello 0,4 per cento su base annua, in rallentamento rispetto alle letture precedenti.

Mercoledì sarà la volta della produzione industriale nella zona euro, che dovrebbe contrarsi dello 0,3 per cento su base mensile e con una crescita quasi dimezzata anno su anno; l’Italia metterà all’asta BOT a 12 mesi.

Giovedì verranno resi noti i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo in Germania, che dovrebbero confermare la caduta dei prezzi su base mensile dello 0,6 per cento, pur registrando al contrario una crescita tendenziale del 1,3 per cento, che resta tuttavia relativamente bassa. Verrà inoltre pubblicato il bollettino mensile della Banca centrale europea mentre l’Italia si presenterà sui mercati con i BTP a 3 anni. Attesi stabili i jobless claims, sempre intorno alle 330 mila unità, mentre le vendite al dettaglio negli Stati Uniti dovrebbero crescere dello 0,3 per cento su base mensile, in lievissima accelerazione.

Venerdì l’inflazione cinese dovrebbe continuare a rallentare su base annua, lasciando così spazio agli ancora necessari stimoli governativi all’economia. Ma verranno soprattutto rilasciate le prime stime del prodotto interno lordo di vari paesi europei, che dovrebbero ritornare tutti, almeno fra i maggiori, alla crescita. Per l’Italia, dopo la crescita zero del trimestre precedente, è atteso un +0,1 per cento congiunturale e una decrescita dello 0,8 per cento; in Europa simili stime dovrebbero far registrare una crescita trimestrale dello 0,2 per cento e una annua dello 0,4.