Berlusconi al Senato: state attenti a Pd. E dà della “mafia” ai magistrati

Pubblicato il 7 Marzo 2014 alle 14:24 Autore: Daniele Errera
Berlusconi sui "forconi"

Senato della Repubblica, Palazzo Giustiniani. Presentazione del libro “Il sangue di Abele”. Presente anche l’ex senatore, in quanto decaduto, Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia è netto: parla di comunismo (un caro vecchio argomento), di Renzi e del Pd. Del partito non bisogna fidarsi, nonostante il nuovo leader.

berlusconi

Il moderatore dell’incontro è Alessandro Sallusti, direttore responsabile de Il Giornale. Subito Berlusconi richiama l’argomento del libro: il genocidio dei cristiani di Albania durante il regime comunista. “Il comunismo è una malattia – dice – non un’ideologia. E’ la più criminale e disumana nella storia dell’uomo visto che ha causato oltre cento milioni di morti”. Sallusti prende la palla al balzo e chiede se i post comunisti (i democratici, provenendo di fatto dal Pci) possano contribuire al bipolarismo adesso che alla leadership vi è l’ex sindaco di Firenze. Berlusconi è lapidario: “seguiamo la vicenda, vediamo se davvero la sinistra riuscirà a fare quello che l’Inghilterra fece oltre cento anni fa” (la nascita dei laburisti, ndr). Poi aggiunge: “sarebbe una cosa meravigliosa se anche il Partito Comunista italiano, che negli anni ha fatto molti lifting e cambiato molti nomi, potesse trasformarsi davvero in partito socialdemocratico”.

Non si fida Berlusconi. Non si fida nonostante il tentativo di riabilitarlo promosso da Renzi quando, alcune settimane fa, lo incontrò al largo del Nazareno (sede nazionale del Partito Democratico). Anzi, attacca i magistrati – definiti da lui, più volte, “toghe rosse” –giudicanti. Il Cavaliere afferma come stia “davvero vivendo il periodo più brutto della mia vita perché dopo aver lottato per venti anni per la libertà sono qui a difendermi da una mafia di giudici che il 10 di aprile mi diranno se mi mettono in galera o se mi mandano ai servizi sociali”. Conclude, sostenendo come la magistratura lo abbia “voluto fare fuori in una maniera determinatissima attraverso colpi di Stato”.

Redazione

 

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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