Processo Ruby, Ecco perché Berlusconi è stato assolto: “Non è provato che conoscesse la sua vera età”

Pubblicato il 16 Ottobre 2014 alle 15:41 Autore: Ilaria Porrone
Caso Ruby

Pubblicate dai giudici della Corte di d’appello di Milano le motivazioni dell’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby, accusato di concussione e prostituzione minorile:  “Non è provato” che Silvio Berlusconi “conoscesse la vera età di Ruby” durante le serate ad Arcore, nelle quali però è stata accertata l’attività prostituiva della El Mahroug. La sentenza di primo grado aveva portato a una condanna a 7 anni di carcere.

ruby tribunale di milano

Come scrive nelle oltre 300 pagine il giudice relatore, Concetta Locurto, è stata “acquisita prova certa dell’esercizio di attività prostitutiva ad Arcore in occasione delle serate cui partecipò Karima El Mahroug”. Ci sono prove certe che Ruby abbia partecipato “agli intrattenimenti e interazioni a sfondo sessuale’ ad Arcore, caratterizzati dalla “sfrontata disinibizione delle ragazze”, dalla “ostentazione di nudità” e dalla “disponibilità a strusciamenti, palpeggiamenti o simulazione di atti sessuali”.

Continuano i giudici: “senza qui dilungarsi oltre sui riscontri che le intercettazioni, gli esiti delle perquisizioni e i successivi accertamenti di polizia giudiziaria hanno fornito anche in ordine ad altri dettagli narrati da Karima El Mahroug, a proposito delle ingenti somme di denaro in contante e dei gioielli consegnati da Berlusconi alle ragazze partecipanti alle serate, dell’assenza di controlli sugli invitati ad Arcore, delle spese che l’imputato si accollava per la conduzione degli immobili occupati da molte frequentatrici delle serate, deve in conclusione convenirsi con il tribunale sul fatto che sia stata acquisita prova certa dell’esercizio di attività prostituitva ad Arcore”. Nelle otto serate in cui partecipò, “la giovane marocchina si fermò a dormire almeno due volte presso la residenza del presidente del consiglio”.

Fra Berlusconi e Ruby ci fu un “effettivo svolgimento di atti di natura sessuale retribuiti”, mentre “deve escludersi che (…) la costrizione mediante minaccia fosse l’unico strumento per riuscire a ottenere l’affidamento di Karima El Marough a Nicole Minetti”, l’ex consigliere regionale del Pdl in Lombardia.

Berlusconi sapeva che Ruby era minorenne quando telefonò in questura la sera del 27 maggio 2010 per farla affidare  a Nicole Minetti. “La Corte non dubita e anzi, ritiene pienamente provato che Silvio Berlusconi fosse a conoscenza della minore età di Ruby la sera del 27 maggio 2010, allorché telefono al dottor Pietro Ostuni”, poiché secondo i giudici Berlusconi aveva un concreto interesse a ottenere che Ruby venisse affidata a Minetti e non collocata in comunità in quanto ‘preoccupato’ del rischio di rivelazioni compromettenti” sulle ‘feste’ di Arcore.
Sempre nelle motivazioni i giudici scrivono che “al più tardi nel corso di quella stessa serata, quando in seguito all’accompagnamento della minore in questura si scatenò il tam tam di telefonate, l’imputato fu messo a parte delle reali generalità anagrafiche di Ruby e che proprio per tale ragione (o anche per tale ragione) egli si indusse a telefonare al dottor Ostuni”.

E qui arriva il nodo centrale dell’assoluzione: “ciò che tuttavia non è provato è che egli conoscesse la vera età della ragazza già in precedenza, in occasione delle serate di cui all’imputazione”.

Ilaria Porrone

 

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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