Stati Uniti, elezioni di metà mandato: se la colpa è tutta di Obama

Pubblicato il 28 Ottobre 2014 alle 07:40 Autore: Antonio Scafati

Molti candidati hanno preso le distanze. Qualcuno ha addirittura preferito non dire se in passato ha votato per lui oppure no. Chi corre per un seggio preferisce farsi vedere con la first lady Michelle Obama piuttosto che con Barack Obama, l’inquilino della Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti. Le elezioni di metà mandato si avvicinano, si vota il 4 novembre e tra i Democratici sono in tanti a tenersi alla larga dal presidente.

Qualche giorno fa, in Maryland, Obama ha partecipato a un comizio per appoggiare il candidato governatore Anthony Brown. Quando il presidente ha cominciato a parlare, molta gente se ne è andata. E la cosa ha fatto notizia.

Obama ha partecipato a pochi comizi fino a oggi. Nelle raccolte fondi è stato più presente. Da qui al giorno del voto non ha in programma di battere palmo a palmo il paese per sostenere i candidati del suo partito. Non è una sorpresa.

Il New York Times ha ricordato come molti membri tra i Democratici abbiano speso gli ultimi mesi a tirare una linea tra loro e il presidente piuttosto che a difenderne le politiche e sottolinearne i successi. Lo hanno fatto soprattutto quelli impegnati nella corsa elettorale negli stati del sud. I Democratici hanno cercato di tenere Obama fuori dalla campagna elettorale. I Repubblicani, da parte loro, hanno accettato volentieri di giocare la stessa partita ma al contrario, mettendo al centro del dibattito proprio il presidente e le sue politiche.

Stati Uniti

Photo by Daniel ZimmermannCC BY 2.0

Le elezioni di metà mandato rinnoveranno l’intera Camera, un terzo del Senato e un terzo dei governatori degli stati. I Repubblicani, che già hanno la Camera, potrebbero conquistare la maggioranza anche al Senato. Storicamente, il partito che tiene la Casa Bianca paga dazio alle elezioni di midterm. Considerata la bassa popolarità di Obama, il voto del prossimo 4 novembre sarà quasi certamente in linea con le previsioni.

Il fatto è che si vota per elezioni di metà mandato ma alle presidenziali del 2016 non manca poi tanto. Tra i Democratici c’è chi pensa che il partito dovrebbe cominciare a marcare la distanza da Obama, se vuole tenere la Casa Bianca. Altri suggeriscono strategie simili con l’obiettivo di puntare alla grossa fetta di elettorato ‘centrista’.

E così tra Obama e i membri del suo partito la distanza si allarga. In sé, questa non è del tutto una novità: al sesto anno di presidenza, la strada dell’inquilino della Casa Bianca e quella del partito spesso diventano divergenti. Ma stavolta la tensione appare particolarmente alta.

Sul Washington Post, Jonathan Martin e Julie Hirschfeld Davis hanno scritto come diversi esponenti del Partito Democratico siano già pronto a incolpare Obama, in caso di sconfitta elettorale. Ma anche la presidenza ha già messo le mani avanti: “Il successo dei candidati Democratici dipenderà da loro stessi” ha dichiarato qualche giorno fa Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca: “C’è il loro nome sulla scheda elettorale”.

Immagine in evidenza: photo by Daniel BormanCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
Tutti gli articoli di Antonio Scafati →