Attentato a Gerusalemme: cresce la tensione in città
Quattro persone sono rimaste uccise nel corso di un attentato in una sinagoga di Har Nof, un quartiere ortodosso a Gerusalemme Ovest fino a oggi rimasto fuori dalle violenze delle ultime settimane: altre otto persone risultano ferite, quattro delle quali in modo grave. Morti anche i due attentatori. “Si è trattato di un attentato terroristico” ha dichiarato un portavoce dell’esercito israeliano.
L’attentato
Secondo le ricostruzioni, due arabi sarebbero entrati nella sinagoga armati di coltelli, pistole e aste di metallo aggredendo i fedeli riuniti nel luogo di culto per la preghiera delle 7. Alcuni testimoni hanno raccontato di averli udito mentre gridavano “Allah hu-Akbar”. Due persone sono state uccise immediatamente. Gli uomini della sicurezza sono intervenuti nel giro di pochi istanti e hanno aperto il fuoco: i due attentatori sono stati uccisi. C’è il sospetto che un terzo uomo sia riuscito a fuggire, scrive il quotidiano Haaretz: le forze dell’ordine stanno perlustrando la zona con l’aiuto di elicotteri. Secondo la polizia, gli attentatori proverrebbero da Jabel Mukaber, quartiere arabo nella parte orientale di Gerusalemme.
Il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato l’attentato e “l’uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e di altri civili ovunque essi siano”. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha convocato per oggi pomeriggio il gabinetto di sicurezza e ha annunciato che Tel Aviv risponderà “con mano pesante a questo brutale assassinio di ebrei che erano andati a pregare e sono stati massacrati da spregevoli assassini”.
Photo by RonAlmong – CC BY 2.0
Il rischio di una terza intifada
Si tratta dell’ennesimo episodio che sta incendiando Gerusalemme. Marwan Barghouti, leader di Tanzim (il braccio armato di Fatah), nei giorni scorsi aveva invocato una sollevazione generale: la terza intifada, dopo quelle del 1987 e del 2000. L’uomo si trova in carcere: sta scontando cinque ergastoli nelle prigioni israeliane.
Solo il mese scorso cinque israeliani e uno straniero sono stati aggrediti e uccisi. Dodici palestinesi sono morti durante gli scontri. Secondo quanto riportato dai media israeliani, alti funzionari di Hamas avrebbero dichiarato di considerare l’attacco di oggi come una “vendetta eroica e rapida per l’uccisione di un autista arabo a Gerusalemme”, un uomo di 32 anni ritrovato impiccato nella zona industriale di Har Hotzvim. Secondo l’autopsia non c’erano segni di violenza sul suo corpo ma la famiglia non crede alla ricostruzione.
Scambio di accuse
La tensione tra israeliani e palestinesi è esplosa durante l’estate nel corso dell’operazione militare a Gaza e si è acuita dopo la decisione del governo di Tel Aviv di procedere con ulteriori costruzioni nei territori occupati. Ma sia Israele che l’Autorità Nazionale Palestinese si accusano l’un l’altro per le violenze delle ultime settimane.