Renzi: “Articolo 18 non sarà più un ostacolo”

Pubblicato il 21 Novembre 2014 alle 11:40 Autore: Antonio Atte

Erano anni che un Presidente del Consiglio non entrava nella sede romana di Confindustria, in Viale dell’Astronomia. Lo ha fatto Matteo Renzi stamattina, in occasione dell’incontro con il Consiglio dei presidenti (Copres) di BusinessEurope, il gotha dell’imprenditoria europea presieduto da Emma Marcegaglia. Presente anche il capo degli industriali italiani, Giorgio Squinzi.

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Renzi: “In Italia servono 7 cambiamenti radicali”

Davanti a una platea composta dai più importanti imprenditori del Vecchio Continente, il premier ha tenuto un discorso che è possibile suddividere in due punti. In primo luogo Renzi ha elencato le riforme messe in campo dal suo governo: “un messaggio di cambiamento radicale” che l’Italia vuole inviare all’Europa, per dimostrare che è in grado di rialzarsi e rinnovarsi. E proprio di Europa il premier ha parlato nella seconda tranche del suo intervento: “L’Italia cambia. Ma anche l’UE deve farlo”.

Renzi: “Istruzione al primo posto”

Per Renzi, l’istruzione è in cima alle priorità del suo esecutivo, così come il tema della semplificazione del sistema fiscale: “anche perché sarebbe impossibile renderlo più complicato”, ha scherzato. I passaggi successivi del suo discorso sono stati la riforma della Pubblica Amministrazione e della Giustizia, in particolare quella civile: “E’ inaccettabile che si debbano attendere 943 giorni per avere una prima sentenza”.

“Articolo 18 non sarà più un ostacolo per gli investimenti”

Non poteva mancare, poi, il riferimento al Jobs Act: “Ci sarà un decreto attuativo dopo che l’ultimo voto in Parlamento sarà il 9 dicembre” e “da gennaio l’articolo 18 non sarà più un ostacolo per gli investimenti”. Parole anche per l’Italicum (“in Italia serve una legge elettorale per evitare le coalizioni”) e la riforma del Senato.

“Fiducia nella Commissione Juncker. Ora investimenti”

“Ho molta fiducia nella nuova Commissione”, ha affermato Renzi. Una speranza legata alla promessa, da parte di Juncker, di un massiccio piano di investimenti (300 miliardi di euro) per far ripartire la crescita. “L’UE – ha proseguito il premier – deve essere nel cuore dei cittadini. Deve tornare ad essere il luogo degli ideali e non solo quello della burocrazia”. “L’Italia sta rispettando i parametri del 3% imposti da Maastricht, ma io non credo che questa sia la strada giusta per l’economia italiana”. “Un’Europa diversa – ha concluso Renzi – non gioverebbe solo all’Italia, ma anche agli altri Stati membri dell’UE”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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