Con la crisi tornano ad aumentare le rapine

Pubblicato il 22 Aprile 2014 alle 14:24 Autore: Gianni Balduzzi

Il tema della sicurezza è stato molto cavalcato in passato, e sembrava essere passato in secondo piano con la crisi economica post-2008, ma in realtà i temi sono decisamente legati.

Lo si capisce osservando l’andamento delle denunce di rapine per 100 mila abitanti fin dal 1985 ad oggi.

Sono statistiche molto interessanti:

Si nota come negli ultimi 27 anni ci siano stati sbalzi molto pronunciati, spesso racchiusi in un lasso di tempo molto ridotto: vi è stato un notevole aumento fino al 1991, con 70 rapine ogni 100 mila abitanti, seguito da un calo fino alle 50 del 1995. Si tratta di una media generata dai picchi del Sud Italia, l’area largamente in testa, soprattutto in Campania, in questa statistica. Il Nordest non ha seguito questo andamento, con un aumento continuo, pur rimanendo l’area con meno rapine.

Tra le ipotesi che è possibile abbozzare vi è prima il montare e poi lo sgonfiarsi dell’emergenza droga (soprattutto eroina) negli anni ’80 e ’90 .

Vediamo poi che dal 1995 vi è un aumento continuo fino al 2006. Con in testa sempre il Mezzogiorno dove si raggiungono le 125 rapine su 100 mila abitanti, contro una media nazionale di 87,6, e con il Centro e il Nord Est a rappresentare oasi positive con aumenti molto meno pronunciati e fasi di calo.

Tuttavia questo aumento di 11 anni senza precedenti deve avere dei motivi scatenanti: la risposta più facile per molti può essere l’immigrazione che è esplosa proprio in questi anni, soprattutto dai Paesi dell’Est, albanesi prima e poi rumeni.

In realtà può essere un elemento solo parziale e aggiuntivo poichè la criminalità è notevolmente più alta proprio nell’area con minore immigrazione, il Mezzogiorno, mentre il Nord Est, dove si concentra la densità maggiore di stranieri, rimane l’area più sicura, con un terzo delle rapine rispetto al Sud.

Si può quindi pensare a più ragioni insieme, per esempio il fatto che l’immigrazione sbandata al Sud sia stata più facilmente preda della pre-esistente cirminalità, mentre al Nord è riuscita a incanalarsi nel lavoro.

Dal 2006 al 2010 il dato sulle rapine è andato calando in modo netto, da 88 a 58 rapine per 100 mila abitanti, in tutte le aree, e soprattutto al Sud, seguendo un trend che ha visto in calo, del resto, quasi tutti i reati.

Oltre a una stabilizzazione dell’ondata migratoria vi è da sottolineare il notevole aumento di occupazione del periodo degli anni 2000, che ha beneficiato in particolare proprio gli immigrati, per quanto in modo precario.

Dal 2010 tuttavia pare che la crisi di faccia sentire provicando un nuovo aumento delle rapine, un po’ ovunque, e se avessimo dati più recenti potremmo anche meglio valutarlo, ma ci possiamo fermare solo al 2012.

Vediamo allora  i dati più recenti disponibili, quelli del 2012 e come le rapine si dividono per regioni:

Le regioni più colpite sembrano essere soprattutto quelle più densamente popolate, e coon le città e gli hinterland più grandi, la Campania è tristemente in tesa, e di gran lunga, seguita da Lazio, Sicilia, Lombardia. In coda regioni più rurali, fatte di popolazione scrsa e sparsa, come Basilicata, Molise, Trentino, Valle d’Aosta.

Si capisce qui che più che una divisione Nord-Sud, probabilmente la divisione è centri urbani – provincia. Qui si concentra storicamente la delinquenza, sia vecchia, sia nuova, che si nutre di nuova manovalanza straniera e di persone che hanno perso il loro pur misero lavoro.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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