Renzi alla Camera: “La Commissione Ue torni a fare politica”

Pubblicato il 16 Dicembre 2014 alle 10:49 Autore: Antonio Atte

“Se non sapremo farci portatori di un ideale umano, noi siamo perduti”. C’è un po’ di Einaudi, nel discorso pronunciato da Matteo Renzi alla Camera in vista del prossimo Consiglio Europeo, “il primo a guida Tusk” e “l’ultimo del semestre italiano”. “Possiamo vivere la fase che si è aperta con il rinnovo delle elezioni e con il semestre di presidenza italiana come un’occasione per dire che o torniamo all’ideale o rischiamo tutti noi di aver perduto l’Europa”, ha affermato Renzi.

“La Commissione Ue torni a fare politica”

Tanti i punti toccati dal premier nel suo intervento, a partire dalla Commissione Ue e dal piano di investimenti predisposto dal Presidente Juncker: “Da un lato c’è chi ritiene si sia fatto molto, dall’altro niente. Ma tutti siamo convinti che ci sono degli elementi innovativi, l’Europa ha fatto una scelta politica forse non sufficiente, dipenderà da Juncker se sarà percorsa fino in fondo”.

Scorporare dal Patto di Stabilità i grandi investimenti in opere pubbliche, “anche con verifica Ue”: secondo Renzi è questo il passo successivo da compiere. “Non è sufficiente – aggiunge – scorporare dal patto gli investimenti condivisi: io continuerò all’interno del Pse, che su questo tema ha una timidezza incomprensibile, e all’interno del consiglio Ue a combattere perché gli investimenti che servono per abbattere la bolletta energetica possano essere esclusi dal patto, così come quelli per la banda larga o per l’edilizia scolastica o per le nostre periferie”.

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Poi, la sferzata alla Commissione Europea: “La Commissione torni a fare politica, non è stato cosi negli ultimi 10 anni e abbiamo sentito parole dure anche dalla parte politica che quella commissione sosteneva”. “Ora – incalza il Presidente del Consiglio – o facciamo uno sforzo per la credibilità, per incidere sull’idea di una Europa che non sia semplicemente luogo in cui si fanno parametri e si rispettano i vincoli o si perde l’ideale dei fondatori”.

Un’Europa che, secondo Renzi, “in prospettiva, dovrà comprendere anche la Turchia, alla condizione naturale che si rispettino i principi europei di libertà e democrazia che non sono compatibili con l’arresto della libera stampa o dei giornalisti dell’opposizione”.

Russia e capitolo “Marò”

Per il premier “aver invitato la Russia a uscire dall’Ucraina per tornare al tavolo della comunità internazionale ha dimostrato che, se le sanzioni possono essere state nel primo momento la reazione naturale, il gesto per esprimere lo sdegno, è vero che non si fa politica estera semplicemente basandosi sulle sanzioni”.

Sollecitato dal presidente della Commissione Difesa Elio Vito, che aveva chiesto al governo di riferire in data odierna in merito al rigetto delle istanze dei due marò da parte dell’India, Renzi ha risposto: “Il governo corrisponde alla sua richiesta da subito, impegnandosi a partecipare ai lavori di commissione”.

Renzi e le periferie

L’ultima parte dell’intervento del Presidente del Consiglio è dedicata alle periferie, le quali “si salvano non con le manifestazioni e con i cortei, ma con i campi sportivi, con l’urbanistica, con un’edilizia degna di questo nome e con la presenza di un volontariato che sia volontariato e associazionismo e che non sia un finto terzo settore che cerca di lucrare sulle disgrazie in modo inqualificabile”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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