Lazio e spese pazze, 13 ex consiglieri regionali Pd rischiano il processo

Pubblicato il 24 Dicembre 2014 alle 16:37 Autore: Redazione
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Le spese pazze nel Lazio continuano a tenere banco. Dopo lo scandalo che, a fine 2012, terremotò la maggioranza di centrodestra e la giunta Polverini (tutti ricorderanno le gesta di Franco “Er Batman” Fiorito”), l’attenzione del procuratore di Rieti Giuseppe Saieva si è incentrata stavolta sul gruppo Pd in Consiglio regionale.

Secondo gli inquirenti, nel triennio 2010 – 2012 il gruppo avrebbe sperperato ben 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali. Tra le quali, ovviamente, è ricompreso di tutto, tra pranzi, cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo. I consiglieri si pagavano con i soldi pubblici le multe, i biglietti aerei e pure gli addobbi per l’albero di Natale. C’è poi chi ha messo in conto una bottiglietta d’acqua da 45 centesimi.

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Con ogni probabilità l’inchiesta, dopo un anno e mezzo di indagini, si concluderà con richiesta di rinvio a giudizio per 13 ex consiglieri regionali accusati di reati che vanno dalla truffa aggravata al peculato, dalle fatture false all’illecito finanziamento ai partiti. Ex consiglieri che intanto hanno fatto carriera e sono diventati deputati e senatori: Marco Di Stefano, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Claudio Moscardelli, Francesco Scalia, Daniela Valentini.

Non era, quindi, solo il centrodestra a fare man bassa dei rimborsi elettorali in regione: anche i dem non si sono risparmiati. La vicenda getta ulteriori ombre sullo stato comatoso del partito romano: il lavoro che avrà davanti il commissario Matteo Orfini si annuncia ancor più duro.

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