Decreto Milleproroghe: PD chiede fiducia ma M5S frena, soddisfazione da FI su Partite IVA

Pubblicato il 18 Febbraio 2015 alle 12:40 Autore: Emanuele Vena
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Prosegue spedita la discussione sul decreto Milleproroghe, dopo l’approvazione da parte delle Commissioni competenti alla Camera. Ma le polemiche non accennano a diminuire. Al centro del dibattito c’è la tempistica del decreto, con la volontà del PD di accelerare e porre la fiducia e l’ostruzionismo del M5S, che rilancia con 5 punti su cui si chiede una modifica da parte dell’Aula.

“Siamo alle solite, il M5S fa ostruzionismo fine a se stesso e poi si lamenta se il governo pone la questione di fiducia su provvedimenti come il Milleproroghe che non posso rimanere in sospeso e che servono agli italiani, come quello sull’Ilva. Di notte si dicono disponibili e di giorno, al fischio del capo, salgono sulle barricate. Ancora una volta si dimostra la totale incapacità di contribuire al cambiamento del Paese da parte di una forza che ha fatto della conservazione l’unico elemento distintivo della propria azione”. Ad attizzare il fuoco è Alessia Rotta, esponente della segreteria Pd.

Ma il M5S non ci sta e rilancia: “Stop all’accesso ai benefici per i partiti, ripristino dei finanziamenti per la terra dei fuochi, compensazione delle cartelle esattoriale con la pa fino al 2016, ripristino dell’iva al 10 per cento sul pellet, mantenimento dei tassi sulle trattenute bancarie delle detrazioni per le ristrutturazioni”. Sono questi i cinque punti di cui il Movimento chiede l’inserimento nel decreto Milleproroghe, spiegandone il motivo alla Camera: “Si tratta di cinque punti di buon senso, che tutelano i cittadini e le imprese, a favore della sostenibilità economica e ambientale. Ora il Pd e la maggioranza provino a dirci un’altra volta ‘no’. Spieghino ai cittadini perchè non possono essere sostenute proposte fatte nell’interesse collettivo”.

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Decreto Milleproroghe: Gelmini (FI) approva azione su Partite Iva

“Sono soddisfatta per l’approvazione degli emendamenti al DL Milleproroghe relative al mantenimento del regime dei minimi al 5% e al blocco dell’aumento delle aliquote contributive, avvenuta in maniera bipartisan”. E’ il giudizio di Maria Stella Gelmini, esponente di Forza Italia. L’ex ministro spiega: “Tutti i partiti, hanno condiviso la necessità di porre rimedio all’aumento del carico fiscale che dal 1 febbraio avrebbe interessato circa un milione di partite Iva. Era necessario apportare dei correttivi al nuovo sistema per evitare di penalizzare soprattutto i giovani che si accingono ad aprire nuove partite iva e ad avviare l’attività professionale e questa esigenza è stata avvertita da tutte le forze parlamentari, di maggioranza e opposizione”. E rilancia: “Mi auguro che la stessa coesione si possa trovare per una soluzione strutturale del problema. Tra un anno, infatti, la questione relativa al regime dei minimi si riproporrà e sarà necessario un ulteriore sforzo per reperire le necessarie risorse a coperture”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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