Riforme, PD si interroga sul modus operandi

Pubblicato il 9 Marzo 2015 alle 10:18 Autore: Redazione
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“La spaccatura nel Pd è profonda. Le riforme sono a rischio”. A lanciare l’allarme – in un’intervista concessa al quotidiano QN – è il deputato Pd Alfredo D’Attorre, bersaniano di ferro e tra i maggiori critici nei confronti di Matteo Renzi e della nuova impronta data dal premier al Partito Democratico. Al tempo stesso, però, D’Attorre esclude imboscate, spiegando che sarà “una battaglia alla luce del sole. Presenteremo i nostri emendamenti e chiederemo un pronunciamento di merito al Parlamento”. Da D’Attorre stop anche all’ipotesi di accordo segreto tra bersaniani e fittiani: “nessuna ‘alleanzà sotto banco”. E aggiunge una provocazione: “È Renzi che pensa di sostituire la minoranza del suo partito con i verdiniani”.

Il punto nodale per D’Attorre ruota attorno al forfait presentato da Forza Italia nei confronti del percorso di riforme, tale da rendere necessaria una rivisitazione del pacchetto complessivo: “Renzi ha scritto le riforme con Forza Italia. Ora che gli azzurri si sono sfilati, il premier considera immodificabili quei testi. Mi sembra una posizione illogica e inaccettabile”.

Intanto il premier Matteo Renzi è arrivato puntuale stamattina al Nazareno dove dalle 10 sono convocati i tavoli tematici con i parlamentari del Pd su fisco, pubblica amministrazione e terzo settore. A tenere banco, però, sono sempre le riforma con il voto finale fissato per domani alla Camera. All’arrivo al Nazareno, il vice capogruppo alla Camera Ettore Rosato ha chiarito che non c’è “nessun” margine per modificare la legge elettorale: “C’è stato un grande dibattito all’interno del Pd su questa materia, un confronto amplissimo e il segretario ha spiegato perché non va cambiata”, ha detto.

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Riforme, Gotor chiede unità PD

A parlare del ruolo di Forza Italia nelle riforme e della necessità di ricompattare il PD è anche un altro bersaniano di ferro, il senatore Miguel Gotor. Intervistato dal Corriere della Sera, Gotor spiega: “Il punto non è votare insieme a Berlusconi, a favore o contro la riforma. Il punto è che il Pd deve essere unito e deve essere all’altezza delle sue responsabilità. C’è ancora spazio per riprendere l’iniziativa politica e trovare una sintesi”.

Gotor cerca di mettere Renzi spalle al muro: “Prenda atto che il patto del Nazareno è finito e unisca il Pd per cambiare riforma del Senato e legge elettorale”. E aggiunge: “ci ha sempre detto: sono d’accordo con voi, ma l’accordo con Berlusconi mi impedisce di intervenire sulle riforme. Ora decida: o recupera il patto oppure, se è finito, non può pensare di riformare la Costituzione facendo a meno di noi e raccattando i voti sparsi dei verdiniani”. Quindi l’avvertimento: “Riforma del Senato e legge elettorale vanno viste nell’ insieme, perchè modificano gli equilibri democratici e la forma di governo”, perciò “se non cambia la riforma del Senato, l’Italicum così com’è non si può votare”.

Riforme, il M5S non entrerà in aula

Il Movimento 5 Stelle, intanto, fa sapere che domani i suoi deputati usciranno dall’aula anche domani quando l’assemblea di Montecitorio si esprimerà nel terzo passaggio parlamentare.

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